Faida dei Quartieri Spagnoli, le intercettazioni svelano il piano autolesionistico di Ciro De Crescenzo dopo l’agguato commesso ai danni di Ciro Minieri: «Quelli sono tre scemi… campi cento anni se aspetti che ti vengono a fare qualcosa»
Grazie a una discutibile messinscena sperava di riuscire a evitare la vendetta del giovane rivale che aveva ferito a colpi di pistola. Per portare a termine il folle piano criminale aveva deciso di tirare in ballo il figlio minorenne che, armato a sua volta, gli avrebbe sparato dritto alle gambe. Ma tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli le voci si rincorrono assai velocemente e in men che non si dica tutti i gruppi di mala della zona avevano capito come erano andate realmente le cose: «Poteva sparare anche in una gamba mio fratello… sempre lo potevano arrestare dopo sempre aveva fatto un guaio, invece così è bello proprio, hanno fatto tutto loro».
È questo l’incredibile retroscena che emerge dall’inchiesta che pochi giorni fa ha portato all’arresto di Luigi Ammendola, Ciro De Crescenzo, Raffaele D’Avino, Nicodemo De Stefano, Francesco Pio Miano e Ciro Minieri, tutti a vario titolo accusati di aver preso parte alle rappresaglie armate consumatesi tra i vicoli di Montecalvario in seguito all’agguato ai danni di Ciro Minieri. Quest’ultimo fu ferito il 15 dicembre 2021 in vico Luco Lungo San Matteo e a premere il grilletto – secondo la ricostruzione degli inquirenti – sarebbe stato proprio Ciro De Crescenzo, emergente ras della zona, imparentato con il capopiazza Carmine Furgieri “’o pop”. L’agguato sarebbe scaturito dal precedente pestaggio subito dal figlio minorenne di De Crescenzo, in passato già salito alla ribalta della cronaca per avere preso parte alla rapina di Rolex costata la vita a Santa Lucia al 15enne Ugo Russo.
Tornando al raid autolesionistico, la vicenda viene descritta dagli stessi inquirenti tra i capi di imputazione. Ciro De Crescenzo «per dare soddisfazione a Ciro Minieri e pareggiare i conti, si faceva ferire da suo figlio che lo attingeva alla gamba destra eplodendogli un colpo di arma da fuoco, illecitamente detenuta, riportando lesioni personali giudicate guaribili in 25 giorni, e, sentito dalla polizia giudiziaria, falsamente denunciava di essere stato vittima di un tentativo di rapina nei pressi della propria abitazione in via Gradini Concordia». Gli investigatori che hanno lavorato al caso si sono mossi in un clima di profonda omertà, ma grazie a una fitta attività di intercettazione la matassa è stata alla fine dipanata.
Il 9 febbraio 2022 Nicola Minieri, fratello di Ciro, commenta con Luigi Ammendola l’accaduto: «Quelli sono tre scemi… campi cento anni se aspetti che quelli là ti vengono a fare qualcosa… Entony lo devi trascinare solo per fargli fare qualche guaio.. sono tre scemi… l’ha fatta grossa… ancora mettono le foto… una botta in una gamba…». Nicola Minieri aggiunge poi: «Poteva sparare anche in una gamba mio fratello… sempre lo potevano arrestare dopo sempre aveva fatto un guaio, invece così è bello proprio, hanno fatto tutto loro…».
La pace tra i due gruppi sarebbe però durata ben poco. Già il 13 febbraio, infatti, i fratelli Minieri pianificavano un nuovo agguato ai danni di De Crescenzo, autore del ferimento di Ciro. Il raid sarebbe stato mascherato con una rapina di Rolex che De Crescenzo era solito indossare durante il giorno: «Tu te lo fili a sporco… la faccio io…», fu la proposta di Nicola. Ciro, con voce eccitata, immaginava quindi le fasi dell’agguato: «Dammi l’orologio dammi l’orologio… bum bum bum.. ce ne chiavo due o tre nella coscia». Il piano non sarebbe per fortuna mai andato a buon fine.