LA STORIA DELLA CAMORRA – Il capo della Nco e il trasferimento per impedirgli di rivelare i segreti
Il boss Raffaele Cutolo ha portato con sé, nella sua tomba, tanti e tanti segreti. Qualcuno li ha anche svelati, altri rimarranno un mistero. Il boss della Nco ha avuto un ruolo centrale in tanti accadimenti criminali degli anni ‘80 e di altri era stato messo a conoscenza. Secondo il suo legale era anche a conoscenza dei retroscena delle accuse dei pentiti a carico di Enzo Tortora, poi completamente scagionato dalla Magistratura. Questi retroscena li avrebbe voluti raccontare in una lettera ma il suo avvocato dell’epoca Antonio Della Pia affermò che gli fu impedito.
Il legale del collegio difensivo diffuse un comunicato nel quale protestò per il trasferimento del capo della Nuova camorra organizzata dal carcere di Carinola, in provincia di Caserta, in quello dell’Asinara. Il trasferimento, avvenuto il 18 aprile del 1988, secondo quanto rese noto l’avv. Della Pia, sarebbe da mettere in relazione con l’intenzione, espressagli nei giorni precedenti dallo stesso Cutolo, di inviare una lettera al giornalista Giuliano Ferrara, all’epoca conduttore della trasmissione televisiva «Il testimone». Nella missiva avrebbe voluto parlare del cosiddetto «caso Tortora».
La missiva a Giuliano Ferrara
«Raffaele Cutolo – si leggeva nel comunicato – aveva deciso di scrivere una lettera sul caso Tortora e gli è stato impedito. Il mio assistito mi aveva invitato a recarmi da lui lunedì pomeriggio presso il carcere di Carinola dove era detenuto da quando, dopo gli scioperi della fame, lo avevano finalmente trasferito dall’Asinara. Mi aveva anticipato che voleva consegnarmi una lettera destinata al dott. Giuliano Ferrara conduttore della trasmissione televisiva ‘Il testimone’ e mi aveva sollecitato a chiedere il necessario permesso».
«Nella lettera – proseguì l’avvocato – il detenuto voleva rivelare i retroscena delle manovre che avevano indotto i cosiddetti pentiti ad accusare Enzo Tortora. Improvvisamente e senza nessun preavviso Cutolo è stato prelevato dal carcere di Carinola e nuovamente trasferito, lunedì pomeriggio, al carcere dell’Asinara senza che io abbia potuto prima vederlo». «Questo improvviso e inopinato trasferimento tanto più ingiustificato perché tra pochi giorni il detenuto deve necessariamente presenziare ad un processo a Napoli – concluse il legale – non solo rileva nuovamente la volontà di vessazione contro i suoi più elementari diritti civili ed umani, ma nel momento in cui si è verificato non può non essere messo in relazione anche alla decisione di Cutolo di dire qualcosa di nuovo ed evidentemente non gradito alle autorità sul caso Tortora».