Il sindaco Sagristani annuncia una rivoluzione per lidi comunali, ma la realtà è che non funzionano: sono saltati i tracciamenti anti Covid, non ci sono i bagni e le docce. E per Marina del Cassano l’Amministrazione ha perso troppo tempo
In una intervista ad Agorà, il sindaco di Sant’Agnello, Piergiorgio Sagristani, ha annunciato quella che, a suo dire, sarebbe la sua prossima rivoluzione delle spiagge locali. Il primo cittadino (indagato per l’housing sociale insieme alla sua ex giunta) ha dichiarato di voler «mettere le aree demaniali a gara in un libero confronto tra proposte». Aggiungendo che, «tra queste», saranno scelte «quelle che meglio realizzano l’interesse generale».
Affermazioni tutt’altro che sconvolgenti o innovative, considerato che le gare sono appunto un «confronto tra proposte» – altrimenti si chiamerebbero affidamenti diretti – e visto che «l’interesse generale» è l’obiettivo cui devono ambire sempre gli amministratori locali. Dunque, l’interesse generale è un dovere di un locale, non una gentile concessione.
Fin qui, quindi, facile retorica.
Prosegue poi Sagristani: «Dopo la pandemia, non è possibile che per fare un bagno una famiglia debba spendere fino a 50 euro o per comprare una bottiglia d’acqua prezzi elevati». Insomma, conclude, «su ascensore e concessioni demaniali penso di essere più 5 stelle dei 5 stelle».
Non cogliamo che cosa significhi dichiararsi ora grillino – dopo aver iniziato l’attività politica nei Verdi, transitando poi in una lista civica di centrodestra, denominata «Libertà e progresso», facendo successivamente capolino nella Margherita prima e nell’Ulivo poi, e approdando nell’Udc di centrodestra con Antonio Pentangelo (braccio destro di Luigi Cesaro) presidente della Provincia di Napoli – né il riferimento alle famiglie costrette a «spendere 50 euro» per «fare una bagno».

Sagristani parla come se a Sant’Agnello non ci fossero spiagge libere, e tutto fosse in mano ai privati. Cosa non vera. Sagristani sa bene che a Sant’Agnello ci sono spiagge libere a cui poter accedere; aree che consentirebbero a tantissimi cittadini di godere del mare in piena libertà senza spendere un euro. La realtà è che le spiagge libere sono gestite in maniera disastrosa proprio dalla sua Amministrazione. E questo lo diciamo senza temere una nuova querela o un nuovo atto di citazione nei confronti del nostro giornale. Perché la Costituzione garantisce libertà di critica nei confronti di tutti. Anche dei politici che mal sopportano le contestazioni.

La spiaggia libera senza docce, bagni e… ombrelloni
Il nostro giornale, già nei giorni scorsi, si è occupato della situazione relativa alla spiaggia libera di punta San Francesco, dove la domenica – soprattutto – ci sono assembramenti e violazioni delle più elementari norme anti Covid, come hanno denunciato i (veri) grillini santanellesi con numerose denunce social. Basterebbe pensare che, a differenza dell’anno scorso, non ci sono più gli uomini della Protezione civile che misurano la temperatura al momento dell’ingresso né ci sono controlli lungo la pedana di cemento. Luogo, peraltro, in cui i bagnanti vivono da accampati senza la possibilità di poter noleggiare a prezzi popolari una sdraio o un ombrellone, come pure dovrebbe essere consentito. E se un bambino viene colpito da insolazione? E se una persona anziana cerca un po’ d’ombra? Nulla di questo è possibile. Perché il Comune di Sant’Agnello non consente il noleggio di attrezzature balneari lasciando i santanellesi allo sbando? E ancora: nella spiaggia libera non ci sono bagni, non ci sono docce, non ci sono spogliatoi. È questo il modo, secondo gli amministratori locali, di garantire un servizio ai cittadini? Il sindaco a queste mancanze non pensa?
A Marina del Cassano un’area senza controlli
La spiaggia libera di Marina del Cassano è stata di recente ripulita a spese del Comune di Sant’Agnello con un esborso di oltre 16mila euro, e si trova nelle stesse condizioni della «gemella» di punta San Francesco. Non ci sono controlli, manca la possibilità di noleggio delle attrezzature e scarseggiano le condizioni minime di sicurezza anti Covid. Se possibile, qui la situazione è ancora più critica. Siamo arrivati a fine giugno, l’estate conta altri 2 mesi di piena attività. Quando i cittadini di Sant’Agnello potranno usufruire a pieno titolo di quest’area in tutta sicurezza?
Il tempo perso per i Bagni di Caterina
Discorso identico per i Bagni di Caterina di cui è concessionario sempre il Comune di Sant’Agnello, che negli anni scorsi ne ha affidato la gestione alla società Masck srl, di cui il nostro giornale si è occupato a lungo. Stabilimento ad oggi chiuso.
Tre giorni fa, l’Amministrazione comunale ha pubblicato una determina per l’affidamento di servizi turistico-balneari, di ristorazione e bar attraverso una procedura negoziata. Procedura a cui saranno invitati gli operatori economici che hanno aderito alla precedente manifestazione d’interesse del 4 giugno scorso.
L’importo a base d’asta è di 101mila euro suddiviso in 33mila euro per il primo anno e in 68mila euro il secondo anno (somme cui va aggiunta l’Iva).
Che cosa significa procedura negoziata? Per gli affidamenti superiori ai 40mila euro, ma inferiori ai 150mila, la stazione appaltante può valutare i «preventivi» e le offerte di almeno cinque operatori economici «individuati sulla base di indagini di mercato o tramite elenchi di operatori economici, nel rispetto di un criterio di rotazione degli inviti».
La questione vera, su cui anche Sagristani dovrebbe fare una riflessione, è sui tempi. Nella migliore delle ipotesi, ci vorrà almeno un mese per completare la procedura, firmare il contratto e affidare la gestione dei Bagni di Caterina alla nuova società. Arriviamo così a fine luglio. Quanto tempo impiegherà la nuova società per aprire le porte dello stabilimento? Anche qui possiamo farci un’idea: almeno una settimana/dieci giorni. Insomma, essendo proprio fortunati, ci vorranno almeno sei settimane per consentire ai santanellesi di poter andare a mare a Marina del Cassano (attenzione: pagando comunque un ingresso).
Procedure che potevano essere attivate in autunno
Perché queste procedure non sono state attivate nell’autunno 2020? L’Amministrazione comunale avrebbe potuto così recuperare mesi e mesi, e farsi trovare preparata per l’inizio dell’estate. Ricordiamo inoltre che i Bagni di Caterina sono stati finanziati con fondi europei, e come tali qualificano lo stabilimento come spiaggia di pubblica utilità (anche se di utilità se ne vede poca, onestamente). In ultima istanza, lo stesso Comune di Sant’Agnello avrebbe potuto, attrezzandosi adeguatamente, gestire lo stabilimento evitando così anche i prezzi maggiorati che il Katarì ha praticato rispetto a quelli concordati nel contratto di gestione e di cui Sagristani pure dovrebbe parlare.
Si capisce, allora, come l’intemerata del sindaco sedicente «più cinquestelle dei cinquestelle» nasconda in realtà una situazione disastrosa dal punto di vista della gestione degli stabilimenti pubblici dell’Amministrazione. Due spiagge libere abbandonate, uno stabilimento (affidato a un privato) che forse aprirà ad agosto. L’unica struttura funzionante, a Sant’Agnello, ad oggi è la Marinella. E funziona proprio perché è gestita secondo criteri imprenditoriali. Criteri con cui un sindaco può competere solo in un modo: offrendo sulle spiagge libere servizi di qualità. Cosa che oggi, a Sant’Agnello, non accade. E chissà se mai accadrà.
Un sindaco che non assicura decenti spiagge libere ai suoi cittadini, ma si preoccupa – facendo facile demagogia sui social – di andare a contestare i prezzi d’ingresso di stabilimenti balneari privati, fa qualcosa che ci preoccupa.