La scissione cominciata con Raffaele Amato, molti si trasferirono in Terra di Lavoro per riorganizzare le fila
La decisione di cambiare il direttore delle piazze di spaccio, presa da Cosimo Di Lauro, non piace alla vecchia guardia del clan. Il primo a fare le valige è Raffaele Amato, un pezzo da 90 che gestiva le importazioni di cocaina. Amato, prende un aereo e si ritira, apparentemente in pace, in Spagna e dove sembra aver vissuto fino all’arresto a Marbella il 17 aprile 2009. Dopo di lui, l’organizzazione perde un altro elemento eccellente, Cesare Pagano, fino a quel momento fedelissimo di Paolo Di Lauro. Per il clan di Secondigliano è una diaspora, tantissimi decidono di compiere il salto e di aderire agli scissionisti. Molti, per evitare le vendette (anche trasversali) di F2 spostano la propria abitazione.
Tutti questi cambiamenti accendono i riflettori delle forze dell’ordine. «Noi capiamo che c’è qualcosa che non va, capiamo che c’è qualcosa sul territorio che si sta muovendo. La presenza degli Amato e dei Pagano a Caserta non era una cosa normale. Se voi state qua vuol dire che non potete stare a Scampia o Secondigliano» dice l’allora ispettore capo della sezione narcotici Sergio Cicerone nella serie «Cose Nostre», condotta da Emilia Brandi, nella puntata andata in onda lunedì 11 settembre alle 23.30 su Rai Uno. Dopo qualche tempo, infatti, iniziano a verificarsi gli omicidi «eccellenti» che diedero vita alla prima faida di Secondigliano.