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Home Inchieste e storia della camorra

La fine della famiglia del superboss: la separazione e i pentimenti

di Redazione
23 Maggio 2022
in Inchieste e storia della camorra
Tempo di lettura: 2 minuti
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LA STORIA DELLA CAMORRA – Nell’ordinanza contro i Casalesi i restroscena della vita di «Sandokan»

Essere la moglie di un malavitoso non è certo semplice. Essere la compagna di un boss del calibro di Francesco Schiavone, detto Sandokan, è ancora più difficile dato la vita che ti aspetta. Dall’ordinanza contro i Casalesi di aprile scorso, emergono i motivi della separazione del super boss (in questa occasione non indagato) e la moglie Giuseppina Nappa (anche lei non iscritta nel registro degli indagati).

Nel provvedimento si riportano alcuni colloqui intercettati dal quale emergono «il progressivo allontanamento di Giuseppina Nappa dal marito» a seguito «del suo arresto e della detenzione, prima in carcere e poi ai domiciliari, per il delitto di ricettazione dello stipendio che aveva dal clan». Emergono dialoghi «in cui si fa riferimento alle difficoltà con Nicola (cl.79, non indagato) e i tentativi di introdurre il tema della collaborazione».

L’acredine con la famiglia

Nel frattempo le sorelle di Sandokan, scrivono gli inquirenti, denotano insofferenza per il comportamento della donna, rea «di aver prosciugato le entrate di famiglia e di aver messo in difficoltà tutti quanti, compreso il detenuto a cui sembrano badare effettivamente le sorelle ed il figlio Walter, non senza qualche difficoltà, dovuta anche al solito comportamento ambiguo del fratello di Sandokan».

A fine 2014 «sia per effetto delle dichiarazioni di Giuseppina Nappa che in virtù di quanto emerge delle intercettazioni in carcere, Nicola Schiavone (cl ‘54) ha puntualmente fatto pervenire soldi e regali di valore a casa di Sandokan, che il detenuto rievoca con grande forza e nervosismo quando gli viene riferito, diversamente dal vero, che tali pagamento non siano arrivati a sufficienza o si siano interrotti».

Il pentimento del figlio Nicola

Il nervosismo «è una costante che si ripete nel colloquio del 5 dicembre 2016 con la figlia, del 3 dicembre 2016 con Giuseppina Nappa e la figlia, e del 2 settembre 2017 col fratello, da cui emergono in ogni caso elementi costanti di riferimento ai due fratelli quali percettori di soldi e utilizzatori di beni del boss». Fino a quando, persino nel 2018 la «Nappa si presenta per preannunciare la scelta collaborativa del figlio Nicola, l’accusa si fa esplicita»

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