Il corriere che rassegnò le «dimissioni» dall’organizzazione di narcotrafficanti internazionali di «Banksy»
Un’altra indagine rischiò di mettere in pericolo, già in precedenza, l’organizzazione criminale capeggiata da Andrea Deiana. Il particolare emerge dal provvedimento emesso dal tribunale di Milano che ad aprile scorso ha visto l’emissione di 31 misure cautelari. La ricostruzione fatta dagli inquirenti parte da un viaggio in Germania da Gennaro Gino Massimo Falzarano dove aveva trasportato ben 350mila euro. Al termine del viaggio, a gennaio 2020, Falzarano decise di lasciare i sodali per due motivi.
Il primo perché aveva scoperto di alcuni falsi positivi del rilevatore di microspie unita. Il secondo, ben più grave, erano le pressioni esercitate da uno dei capi dell’organizzazione che «era stato convocato in Questura» e che hanno indispettito e probabilmente impaurito Falzarano. Dopo quegli episodi, l’uomo condivise con gli altri sodali le sue intenzioni di lasciare il gruppo. Circostanza che spinse Manuel Zucca e Angelo Di Monte a cercare un sostituto.
Per tale motivo Gennaro Gino Massimo Falzarano, secondo gli inquirenti, raggiunse un’officina nel Comune di Tavazzano con Villavesco (Lo) per consegnare un telefono criptato: «..adesso stasera devo andare a portare alle 5.30 a Tavazzano, il telefono questo qui a uno, quello che prendono nuovo per fargli i lavori, per fare i.. io non gli faccio più un cazzo ormai sono bruciato…». Le dimissioni però furono ritirate