Agli autotrasportatori italiani non era consentito nemmeno lamentarsi
L’organizzazione di Raffaele Imperiale poteva contare su numerosi autotrasportatori disposti a spostare i carichi di droga in diverse parti del mondo. Lo si apprende dall’ordinanza che ha colpito la consorteria criminale a ottobre 2022. Da una conversazione intercettata gli inquirenti scoprono che Daniele Ursini informa Giovanni Franceschiello che Antonio Puzella «avrebbe dovuto caricare il narcotico» in un luogo dove era già stato organizzato un altro carico. «Fra un’altra cosa – si legge nel dispositivo – mi hanno detto che padrino deve andare dove è stato altra volta ma purtroppo si può lavorare dalle 17.00 in poi… Vedi di non farli fare le corse a caricare».
La notizia viene riferita a Puzella il quale «memore di quanto accaduto in occasione del carico precedente» si lamentava con «Franceschiello: “In mezzo alla strada! Voi mi a che non vi rendete conto di dove vado… solo uno squilibrato accetta di andare là”. L’Ursini al quale era stata trasferita la lamentela del Puzella, condivideva il malessere di quest’ultimo, spiegando al Franceschiello che la problematica era stata illustrata a una delle persone più vicine all’Imperiale (Bruno Carbone, ndr.), la quale, però, aveva affermato che i trasportatori avrebbero dovuto adeguarsi alle esigenze dell’organizzazione, così come già facevano altri autotrasportatori slovacchi, che lavoravano per loro ed i quali percepivano un compenso di 25.000,00 euro a viaggio, adeguandosi alle circostanze, pur di guadagnare»
«Pur di prendere 4 soldi aspettano»
«Fra – afferma in una conversazione riportata nell’ordinanza – purtroppo io glielo ho spiegato più volte, no a Lello ma chi segue questo lavoro quello che sta affianco a lui, ma quando mi risponde che i trasp devono venire incontro a noi che gli devo dire più, dovrebbe essere l’incontrario e lo so benissimo, parlare di più non serve credimi non capiscono i trasp come devono lavorare, chiedi a padrino se può farlo e decide lui altrimenti va via. Purtroppo gli altri lavorano tutti con le centine e non hanno gli scarichi stabiliti di consegna e pur di prendere 4 soldi aspettano non se ne fregano, sai quanto gli danno a viaggio? 25mila… Quindi di che parliamo fra, gli altri sono slovacchi lo sai bene che se ne fregano più fanno più guadagnano».
Da qui, scrivono l’autorità giudiziaria, si comprende che Carbone Bruno, per conto di Imperiale, ha parlato con Ursini e in sostanza ha detto che i trasportatori di sostanza stupefacente non possono contrattare l’importo dei loro compensi ma devonoaccontentarsi di quello che viene loro offerto; l’associazione ha a disposizione altri trasportatori, meno pretenziosi, che si accontentano di compensi inferiori; si tratta di slovacchi. Emerge che l’associazione di Imperiale ha una fitta rete di risorse, non soltanto i trasportatori italiani Franceschiello e Puzella, ma molti di più.