Quattro parlamentari del Pd (Valeria Valente, Marco Di Lello, Giovanna Palma e Salvatore Piccolo) hanno chiesto al ministro per la Semplificazione e la Funzione pubblica una «verifica da parte dell’ispettorato per la funzione pubblica» negli uffici dei vigili napoletani, considerata – scrivono nell’interrogazione parlamentare – la situazione organizzativa di evidente difficoltà e sofferenza che sta minando l’indispensabile serenità del Corpo di polizia municipale di Napoli».

«La seduta del 2 ottobre 2017 della Commissione paritetica per la trasparenza del consiglio comunale di Napoli ha evidenziato l’attuale situazione di caos nella gestione di delicate procedure di trasferimento, distacco o comando» interni ai caschi bianchi nonché – scrivono i deputati – «l’assenza di strumenti regolamentari coordinati in materia». Il che ha comportato l’«assenza di trasparenza e pari trattamento nelle procedure, con rischi di lesione di diritti fondamentali dei lavoratori» e «una distribuzione irragionevole del personale, facilmente verificabile al di là delle formali giustificazioni addotte nei provvedimenti» con dipendenti delle «unità centrali distaccati e trasferiti presso unità periferiche», le quali a loro volta «devono poi comandare in servizio quotidianamente presso le unità centrali dipendenti loro assegnati».
Tra il 2012 e il 2015 queste procedure «hanno condotto a circa 1800 tra trasferimenti e distacchi temporanei disposti per un massimo di 6 mesi, spesso prorogati oltre la previsione, evidenziando un trattamento difforme – si legge nella interrogazione – tra dipendenti in servizio stanziale presso le unità operative territoriali da oltre vent’anni e dipendenti raggiunti da provvedimenti di trasferimento o distaccamento anche per più di tre volte in cinque anni».

La conclusione, secondo i quattro rappresentanti di Montecitorio, è chiara. «Alla luce del numero elevatissimo di trasferimenti intervenuti per la polizia municipale di Napoli, è legittimo domandarsi se dette continue rotazioni siano inserite in un piano di miglioramento dell’efficienza del Corpo, oppure esse piuttosto non comportino l’effetto di tenere gli agenti in posizione di sudditanza psicologica, a cui contribuisce la contestuale assenza di una programmazione periodica dei turni di lavoro per i dipendenti, che recentemente ha costretto al dimettersi una vigilessa impossibilitata a conciliare lavoro con l’impegno di madre».