L’ex Garante del Comune di Napoli spiega, durante un’intercettazione, come intende far entrare le sostanze stupefacenti
I controlli nel carcere di Poggioreale sono molto stringenti e benché fosse il Garante dei detenuti del Comune di Napoli, Pietro Ioia poteva incappare in perquisizioni più approfondite. Per introdurre il materiale illecito, allora, l’ex Garante doveva trovare un sistema sicuro a prova di rischio.
Dall’ordinanza che ha condotto in carcere lo stesso Ioia e altre 7 persone c’è anche l’intercettazione tra lei e un’altra indagata, Sonia Guillari a qui spiega come farà come evitare problemi: «speriamo che lo può prendere – dice alla Guillari nell’intercettazione -, domani vado, glielo do, (.)..per esempio, ecco qua se è solo il detector a me non me ne frega, la cocaina passa».
Dall’ordinanza si apprende che il Garante spiega alla donna il possibile pericolo di perquisizioni personali qualora gli agenti notassero delle anomalie, per cui i due discutono dell’idea di dividere i telefonisti dalla sostanza stupefacente. Infatti Ioia dice: «ma noi glieli possiamo dare divisi i telefoni… perché i telefoni li metterei dentro là no, glieli do divisi… perché se ci sta il detector io glieli do, quelli se li prende e passa perché è roba che non suona, tu vedi, io me li metto in culo, lo faccio per il detector della porta centrale, hai capito? Però il telefonino può suonare, perché poi lo tengono nuovo quel coso, l’hanno peso nuovo (riferito al metal detector, ndr)». Una soluzione che per i due dovrebbe ridurre i rischi.