Tra le aziende colpite, 7 sono a Sant’Antimo.
Lo scorso 25 giugno, il Prefetto di Napoli, Marco Valentini ha firmato 21 provvedimenti antimafia interdittivi nei confronti di altrettante imprese operanti nei settori delle onoranze funebri, ortofrutticolo, generi alimentari, costruzioni di opere pubbliche, impiantistica, pulizie e ristorazione. Le imprese interessate dai provvedimenti hanno sede nei Comuni di Marano di Napoli, Sant’Antimo e Castellammare di Stabia.
Come riporta un articolo del ‘Mattino’, a firma dei colleghi Leandro Del Gaudio e Paolo Barbuto, decisivo il lavoro di un gruppo interforze interno alla Prefettura, che ha monitorato appalti, procedure amministrative, ma anche gli assetti societari delle imprese di volta in volta interessate. Ed è da questo monitoraggio che sono emersi contatti tra manager e soggetti in odore di camorra, quanto basta comunque per firmare provvedimenti di interdittiva.
Non ci sarebbe, quindi, la giusta dose di trasparenza per quanto riguarda il personale impiegato, il curriculum dei manager di volta in volta attenzionati dal lavoro ispettivo del gruppo interno alla prefettura o per quanto concerne il rapporto tra gli staff interni e alcuni soggetti contigui al crimine organizzato.
«Abbiamo fatto leva su un gruppo di lavoro che ha monitorato diverse realtà imprenditoriali, per assicurare trasparenza e correttezza nella gestione di importanti settori economici». Le parole dello stesso Prefetto Valentini al ‘Mattino’.
Le sette ditte di Sant’Antimo sono:
Artedile 2000 srl
Edil Partenopea srl
Lumir srl
Agenzia Funebri Petito
Impresa funebre Petito srl
Verde Raffaele srls
Petito impresa individuale srl
Sempre nella stessa data, inoltre, è partito l’accesso ispettivo nel cantiere della metropolitana-Linea 1 di Napoli, stazione Duomo, disposto dal prefetto in base al Codice antimafia (decreto legislativo n.159/2011, articolo 93). L’accesso ispettivo consiste in verifiche e accertamenti in funzione preventiva di eventuali infilrazioni mafiose negli appalti pubblici. È stato effettuato da funzionari e ufficiali delle Forze dell’ordine, della Direzione investigativa antimafia e dell’ispettorato territoriale del lavoro.