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Home Inchieste e storia della camorra

«Ora vuole fare l’infame, ma noi lo abbiamo fatto lavorare»

di Redazione
15 Novembre 2019
in Inchieste e storia della camorra
Tempo di lettura: 2 minuti
Il porto di Napoli, nel riquadro Carmine Montescuro

Il porto di Napoli, nel riquadro Carmine Montescuro

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Cantieri al porto e in Via Marina

L’ottantacinquenne Carmine Montescuro, alias zì Menuzzo, e quello che è considerato il suo braccio destro, Nino Argano, vengono intercettati in auto mentre pianificano una estorsione da 40mila euro ai danni dell’imprenditore Francesco Mattiello (che si sta occupando delle opere di restyling in Via Marina). La strategia concordata e da attuare, è spiegato nell’ordinanza a firma del gip Alessandra Ferrigno, si basa sul fatto che, quando si affronterà la discussione con Mattiello, bisogna mettere in evidenza «che Pasquale Ferrara, in passato, aveva chiesto loro (al clan, ndr) d’intervenire nei confronti di alcune ditte appaltatrici di lavori nel settore edile, costringendole, con la minaccia, ad abbandonare i lavori e dare modo alla sua ditta di lavorare a loro posto».

Leggi anche / Tangenti per Via Marina, summit
tra Maria Licciardi e Carmine Montescuro

Va sottolineato un concetto: sia Mattiello che Ferrara, nell’ambito dell’inchiesta «Piccola Svizzera» risultano parte lesa, perché vittime di estorsioni che sarebbero state effettuate proprio dal clan di Sant’Erasmo (guidato da Montescuro). Va detto pure, però, che i citati imprenditori sono stati coinvolti in precedenti indagini. Mattiello, mesi fa è stato raggiunto da un avviso di garanzia per associazione a delinquere, per una vicenda sempre legata a Via Marina. Ferrara, invece, a maggio scorso è stato arrestato poiché considerato il «principale attore» di un gruppo formato da imprenditori, funzionari ed ex funzionari dell’Autorità portuale partenopea, che avrebbe pilotato gare per favorire ditte «amiche». Tutto ciò attraverso la corresponsione di tangenti.

I conti che non tornano / Inchiesta sul porto,
il patrimonio «occulto» dell’imprenditore nullatenente

Adesso, la situazione è differente, ma spunta di nuovo il nome di Ferrara. A farlo, ancora una volta Carmine Montescuro e Nino Argano. Sono in auto, è il 13 marzo del 2017. «Ora ti faccio vedere cosa gli dico a questo qua (al geometra Mattiello, ndr)… gli dico: adesso parliamo solo io e voi… a questo me lo devo fare (devo convincerlo a farmi dare il dovuto)», afferma Montescuro.  «Però gliela dovete spiegare (raccontare) la storia di Pasquale Ferrara (…) che dice che è infame (perché ha fatto sapere di essere intenzionato a denunciare la cosca). Eh, gli dovete dire pure a questo (Mattiello, ndr) che Pasquale Ferrara a “noi” ci ha cercato i “favori” e ci siamo messi a disposizione. Di questo infame di Pasquale», sottolinea Argano. Al che Montescuro, conferma: «Sì, gli devo spiegare (come stanno le cose a Mattiello)». E Argano ribadisce: «(Ferrara) ci dava le “basi” a noi per dire andate là e fatemi lavorare a me».

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