Gaetano Angrisano, reggente della Vanella Grassi di Scampia, intercettato a Malaga: adesso dovrà scontare undici anni di reclusione
di Luigi Nicolosi
Tornato a sorpresa a piede libero nel maggio dello scorso anno, aveva deciso di far perdere le proprie tracce. Pochi mesi fa sulla testa di Gaetano Angrisano, giovane boss del clan della Vanella Grassi di Scampia e Secondigliano, è però precipitato un nuovo ordine di cattura e da quel momento le forze dell’ordine non gli hanno più dato tregua. La svolta sul caso è arrivata questa mattina in Spagna. I carabinieri hanno arrestato Gaetano Angrisano, irreperibile dal maggio del 2021 e destinatario di un provvedimento emesso dall’autorità giudiziaria partenopea, che dovrà adesso scontare 11 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso e traffico di sostanze stupefacenti.
È stato individuato a Malaga dal Fast Team spagnolo con quello italiano, attivato dal Servizio di Cooperazione Internazionale di polizia italiano, su indicazioni dei carabinieri del nucleo Investigativo di Napoli. Il 29enne è ora in carcere, in attesa del provvedimento di estradizione. Il suo principale accusatore è stato in passato Antonio Accurso, per anni capo indiscusso insieme al fratello Umberto del sanguinario clan della Vanella Grassi di Scampia. L’ex ras, oggi collaboratore di giustizia, non aveva esitato a inquadrarlo come il nuovo reggente del gruppo dei “Girati’ all’interno del lotto G di via Labriola.
Gaetano Angrisano, all’epoca appena poco più che ventenne, nonostante la giovanissima età era dunque riuscito a guadagnarsi i galloni di ras tanto spregiudicato quanto abile nel trafficare armi e soprattutto droga. Ebbene, condannato a undici di reclusione ma con un processo d’appello ancora pendente, nel maggio del 2020 rampollo del “sistema” delle Vele era tornato clamorosamente di nuovo a piede libero. A disporre la scarcerazione di Angrisano erano stati i giudici della Corte di appello di Napoli, i quali hanno deciso di dare pieno accoglimento all’istanza avanzata dal difensore del 28enne. Quest’uiltimo, ritenendo cessate le esigenze di custodia cautelare in carcere aveva infatti chiesto al collegio giudicante di rivalutare lo status detentivo del babyras di Scampia. A favore dell’istanza aveva di certo deposto il recente verdetto della Corte di Cassazione, la quale nel novembre precedente aveva annullato le accuse di armi e finalità camorristica che nel dicembre del 2014 avevano colpito il giovane ras e gli altri esponenti del suo gruppo di “ragazzi terribili” e pronti a tutto per conquistare il controllo degli affari criminali nel lotto G.