I retroscena dell’indagine sul gruppo di narcotrafficanti di Andrea Deiana «Banksy»
Non era tutto rosa e fiori nell’organizzazione di narcotrafficanti sgominata nelle settimane scorse a Milano. Non tutti erano contenti della «retribuzione» elargita dalla consorteria criminale guidata dal terracinese Andrea Deiana detto «Banksy». Dalle intercettazioni ambientali riportate dall’ordinanza si leggono le lamentele di Gennaro Falzarano per uno «stipendio» troppo esiguo rispetto alle aspettative dell’uomo. «Io non mi muovo più da qua e basta…io ho da fare… non posso fare queste cose qui… se non mi date extra … per mille euro… se sto mese mi scalate 1000 euro ti giuro…allora ascolta non ci sono più… sai perché mi fate schifo.. sono stato impegnato tutto il mese per voi … per mille euro… ma tu stai scherzando» afferma all’interno dell’autovettura.
Gli inquirenti non riescono a ricostruire a chi fossero rivolte esattamente queste parole, probabilmente stava inviando un messaggio vocale o stava pensando ad alta voce. Fatto sta che non era per nulla contento e infatti aggiunge: «voi i soldi in tasca ve li siete messi prima… io non devo mettere in tasca un cazzo… non esiste… ascolta io non voglio più lavorare… mi hanno ritirato la patente… c’ho la patente ritirata…». L’amarezza di Falzarano emerge anche in un’altra occasione quando gli inquirenti lo ascoltano affermare: «io non è che lavoro tutto il giorno, a me mi state dando un cazzo… 1000 euro». Evidentemente la bella vita dei trafficanti esiste, molto spesso, solo in tv.