INFORMATIVA CERBERUS – Al rione Santa Caterina il «mercato» della droga diviso per prodotti
Le piazze di spaccio nel centro storico di Castellammare di Stabia erano ricche e fiorenti. Nelle zone del rione Santa Caterina la polizia giudiziaria, nel corso del tempo ha operato numerosi arresti, in flagranza di reato, tutti riconducibili ad armi e droga. In più di una circostanza però, lo stesso soggetto appena tornato in libertà ritornava a spacciare tanto da incappare nuovamente nelle mani della giustizia una seconda o addirittura terza volta e sempre nello stesso rione. Lo si apprende dall’informativa Cerberus sul clan dei D’Alessandro di Castellammare di Stabia.
«Chi veniva arrestato – si legge- subito dopo, veniva sostituito con altri soggetti pronti a prendere il suo posto». Numerose quindi le persone coinvolte per assicurare la «continuità» della piazza. Secondo gli inquirenti questi soggetti erano al soldo del «duo Vincenzo Di Palma – Giovanni Savarese, i quali per meglio convogliare gli avventori sulle piazze di spaccio, li avevano divisi all’interno del quartiere in varie zone con incombenze diverse». Perché i «prodotti» trattati erano diversificati, dal crack, all’erba, dal fumo alla cocaina, ed era meglio dividere i clienti per facilitare le operazioni.
Il racconto al boss Michele D’Alessandro
«A rivelarlo – si apprende dal provvedimento – era lo stesso Vincenzo Di Palma, in una conversazione ambientale captata nel 2014 e tenutasi all’interno dell’autovettura di Gianfranco Ingenito, factotum e “uomo” a disposizione del rampollo Michele D’Alessandro classe 1992». Quella sera, dopo esser riuscito a ottenere la «fiducia» del figlio di Luigino D’Alessandro, girando per il centro storico gli mostrava le sue aree di spaccio insistenti nel quartiere: «sì là a sinistra… Michele, quando vieni qua, sulla sinistra qua trovi sempre crack ed erba e sulla destra, cocaina e fumo» afferma Di Palma nella conversazione intercettata. Quasi come volesse fargli fare un vero e proprio tour turistico.