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Il Tar conferma l’interdittiva antimafia alla Olimpia Hotels dei Cesaro

di Redazione
14 Luglio 2022
in Primo Piano
Tempo di lettura: 3 minuti
La sede del Tar Campania

La sede del Tar Campania

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La società, amministrata dal nipote del senatore Luigi, era concessionaria dell’albergo che anni fa ospitò anche il Milan di Silvio Berlusconi

di Fabrizio Geremicca

Il Tar Campania ha confermato l’interdittiva antimafia che la Prefettura di Napoli aveva adottato circa un anno fa nei confronti della società a responsabilità limitata Olimpia Hotels. Sede a Sant’Antimo, rappresentante ed amministratore unico Ciro Cesaro – figlio di Raffaele e nipote di Luigi, il senatore di Forza Italia – Olimpia Hotels era concessionaria dell’immobile del Comune edificato alcuni anni fa all’interno della polisportiva Sant’Antimo, anch’essa riconducibile alla famiglia Cesaro. Un albergo che alcuni anni fa ospitò il Milan di Silvio Berlusconi prima di una sfida con il Napoli nel campionato di serie A. Olimpia Hotels srl, patrocinata dall’avvocato Lorenzo Lentini, aveva presentato ad ottobre 2021 ricorso ai giudici amministrativi affinché annullassero il provvedimento prefettizio che aveva determinato la decadenza della concessione. A gennaio 2022 ha poi presentato un ulteriore ricorso per motivi aggiuntivi.

Secondo Lentini «il rischio di permeabilità mafiosa sarebbe stato meccanicamente desunto dalla circostanza che il proprio amministratore è figlio di Raffaele Cesaro, controindicato ai fini della prevenzione antimafia, essendo stato attinto, col fratello Aniello, da due ordinanze di custodia cautelare, risalenti al 2017 ed al 2020, per concorso esterno in associazione mafiosa. Nel frattempo, il Tribunale di Napoli Nord, all’udienza del 24 settembre 2021, nel definire il procedimento penale dal quale hanno tratto origine le prognosi interdittive a carico dei fratelli Cesaro e delle imprese familiari, li ha assolti con formula piena dal reato di concorso esterno al Clan Polverino perché il fatto non sussiste».

Aggiungeva nel ricorso il legale: «La Società, in questi anni, nonostante capillari indagini, non è stata raggiunta da provvedimenti di rilievo ostativo, in sede penale né di prevenzione amministrativa. Si sarebbe pertanto in presenza di un’enfatizzazione dei rapporti familiari che non integrano, tuttavia, valido indizio per assumere il collegamento o il condizionamento, in difetto di ulteriori elementi gravi, precisi e concordanti in merito alla capacità dei parenti controindicati di interferire con le dinamiche di impresa e, dunque, all’effettiva esposizione della Società, ai tentativi di condizionamento mafioso». I giudici amministrativi, però, non hanno condiviso queste ed altre osservazioni.

Argomentano, tra l’altro, nella sentenza: «E’ importante osservare che il capitale sociale di Olimpia Hotels, pari a 10.000 euro, è interamente detenuto dalla Polisportiva Sant’Antimo. Quest’ultima società, acclarata la sussistenza di elementi di condizionamento mafioso, era stata anch’essa attinta da provvedimento interdittivo antimafia la cui legittimità è stata verificata e confermata da questo TAR con sentenza numero 6824 del 26 novembre 2018». Secondo le toghe del Tar, poi, «il quadro indiziario di permeabilità mafiosa del socio unico risulta non solo confermato, rispetto a quanto già delineato nel menzionato provvedimento interdittivo del 31 gennaio 2018, ma aggravato e maggiormente indicativo alla luce degli elementi acquisiti sulla base del provvedimento giudiziario emesso in data 29 aprile 2020 dal Tribunale di Napoli – Sezione GIP, eseguito il 9 giugno dal ROS dei Carabinieri, col quale l’organo giudiziario ha formulato nei confronti, tra gli altri, di Antimo, Aniello e Raffaele Cesaro contestazioni per avere, in concorso tra loro, a vario titolo, nella consapevolezza del proprio apporto causale e senza aver partecipato all’associazione criminale denominata clan Puca».

Sulla base di questi elementi, ricordano, la Polisportiva Sant’Antimo è stata destinataria di una seconda interdittiva antimafia del 10 agosto 2020. «La legittimità di quest’ultima informazione interdittiva – argomentano – è stata confermata da questo TAR con la sentenza numero 5883 del 14 settembre 2021». Secondo i giudici «anche alla luce delle vicende pregresse si delinea e trova conferma un sistema complesso e radicato caratterizzato da solidi e diffusi intrecci familiari, da cointeressenze societarie, anche occulte con esponenti delle organizzazioni criminali, le quali rappresentano la cartina di tornasole di un modus operandi tipico dell’imprenditoria mafiosa, la quale è adusa avvalersi di un reticolato societario eterogeneo, articolato in quote, prestanomi, imprese e soggetti di fiducia, di regola familiari, anche incensurati, preposti alla formale gestione dell’impresa. Il tutto colorato da uno sfondo in cui risalta una regia e un potere decisionale effettivo accentrato nelle mani di soggetti immediatamente prossimi, non di rado espressione diretta delle stesse organizzazioni criminali».

Hotel Olimpia srl potrà cercare la rivincita al Consiglio di Stato. Intanto, però, dopo la decisione del Tar assume concretezza il progetto di realizzare nell’ex albergo la luogotenenza dei carabinieri. I quali, attualmente, a Sant’Antimo sono ospitati in affitto in un altro immobile di proprietà della famiglia Cesaro.

Tags: luigi cesaroolimpia hotelsraffaele cesaro
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