La gaffe dell’imprenditore e l’ira di lady camorra: «Il “mensile” è per i dipendenti, mio marito è il capo»
Bisogna fare attenzione al modo in cui ci si rivolge alla moglie del boss. Anche una parola sbagliata può costare cara. Non è una scena della serie Gomorra, e la persona offesa non è donna Imma Savastano. La circostanza emerge dall’intercettazione di un dialogo che avviene tra un affiliato di rango del clan Fabbrocino e un imprenditore in affari con il sodalizio criminale. Il reggente pro tempore della cosca è finito in galera, e allora per i pagamenti bisogna interfacciarsi con la sua consorte. Il fratello e socio dell’imprenditore, all’atto della restituzione di una quota di denaro spettante al capoclan, ha la pessima idea di rivolgersi alla donna, sottolineando: «Vi ho portato il mensile per vostro marito».
La parola «mensile» innesca l’ira della moglie del boss, che «offesa da tale termine – è riportato in una informativa di polizia giudiziaria – ritiene che il “mensile” spetti al “dipendente” e non a suo marito, indicato come “masto” (ossia mastro, datore di lavoro)». «Io gliel’ho detto a mio fratello che ha sbagliato – si giustifica l’imprenditore parlando con l’affiliato ai Fabbrocino –. Gli ho detto: “Ma tu non stai bene? Gli porti i soldi e dici il mensile. Quello (il boss) non ha bisogno né del mensile tuo, né del mensile mio. Non ha bisogno del mensile di nessuno. Era una cosa per fare un’attenzione”».
«Lui ha capito che l’ha fatta grossa – continua il fratello dell’autore della gaffe – e allora, per appararsi (farsi perdonare, ndr) ha detto che vuole prendere 90mila euro, un regalo, e li vuole portare alla signora». «E tu che gli hai detto?», chiede il malavitoso. «Ho detto: “Senti a me, piglia una cosa bella sistemata, andiamo insieme, ti accompagno io, perché quella non ti apre più nemmeno il cancello. E’ meglio avere a che fare con lui (il boss, ndr) e non con lei”», risponde l’imprenditore.