Sven Goran Eriksson, ex allenatore della Lazio che riuscì a spezzare l’egemonia settentrionale nel lontano 2000, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni ai colleghi de Il Mattino, in merito al campionato del Napoli e alle possibilità di scudetto
di Stefano Esposito
SU SPALLETTI
«Lo ricordo, allenava l’Empoli quando ero ancora lì. Preparato, appassionato: le sue squadre giocano sempre con grande attenzione e preparazione. Anche se il mio preferito dei tre che lottano per il primo posto è Inzaghi».
SU NAPOLI-MILAN
«È presto per poter dire che si decide lo scudetto. Poi mancano ancora tre mesi di partite, ci sono le incognite legati agli infortuni, il peso del calendario, arriva il caldo. E aumentano le incertezze. Senza dimenticare che alla fine in serie A gli scudetti vengono decisi dai punti persi con le piccole e non negli scontri diretti…».
CHI DECIDERA’ IL MATCH
«Osimhen. Ha 23 anni. Giovanissimo. L’ho visto qualche volta e mi ha colpito per la sua rapidità».
ERIKSSON SU MARADONA
«Senza Maradona, il Napoli non avrebbe mai vinto quello che ha vinto in quegli anni. Difficile trovare un calciatore in cui una squadra si identificasse più del Napoli con Maradona. Forse, solo la mia prima Roma con Falcao.
Ha avuto una vita non facile. Ai livelli di Pelé. In pochi giorni lo affrontai due volte con la Fiorentina. Nella prima era in Coppa Italia e lui passeggiava per il campo, perché non era interessato alla partita. E noi vincemmo. Poi venne da me nello spogliatoio a salutarmi: Mister, ovviamente lei sa che domenica prossima la musica sarà diversa al San Paolo. Mi fece due gol e il Napoli vinse 4-0. L’ho rivisto a Dubai l’ultima volta. Ho sempre pensato che la sua rovina siano state le amicizie sbagliate».