I movimenti monitorati di un fedelissimo del boss Raffaele Imperiale, che dopo un viaggio in Spagna porta la macchina a fare il «tagliando» anti-intercettazioni
Il fedelissimo del super-narcos Raffaele Imperiale (attualmente latitante, la sua presenza è stata segnalata a Dubai), tale Totò, poteva contare su un meccanico di fiducia, a cui rivolgersi quando bisognava fare un «tagliando» particolare all’autovettura utilizzata. Tornato da un viaggio in Spagna, a Madrid, dove si è incontrato con il boss, l’affiliato esce dall’aeroporto e si mette in macchina, raggiungendo la provincia di Napoli, dove risiede. Prima di tornare a casa, però, ha un’incombenza a cui far fronte.
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La sua vettura, infatti, è rimasta troppo tempo ferma nel parcheggio dello scalo di Fiumicino, e Totò teme che sia stata «imbottita» (come in realtà è stato fatto, da parte delle forze dell’ordine) di microspie e di sistemi di localizzazione gps. Ragione per cui, la porta nell’autofficina di un certo don Antonio, che ha la propria attività nella zona nord dell’hinterland di Napoli.
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«Don Antonio gliela date una bella guardata piena piena (accurata)? Che questa l’ho tenuta ferma (per un po’ di giorni)», chiede intercettato, il malavitoso. E don Antonio il meccanico si mette subito all’opera. «Si sentono dei rumori dovuti alla bonifica dell’abitacolo per la ricerca di microspie», è riportato nell’informativa di polizia giudiziaria.
«Poco dopo Antonio scende dall’auto e si sentono i rumori di un elevatore (viene controllata anche la parte inferiore dell’autovettura per la ricerca di eventuali sistemi di localizzazione gps)». Compreso nel servizio effettuato dal meccanico anche uno scooter, con il quale il cliente «particolare» avrebbe potuto raggiungere la propria abitazione, e tornare quando si sarebbe compiuta la bonifica dell’auto.