L’accordo siglato in pompa magna con Bianchi, Lamorgese e Fortini non ha portato risultati ma per il sindaco il disagio dei ragazzi è causato solo dai genitori
Il fallimento delle amministrazioni di centrosinistra al Comune di Napoli e in Città Metropolitana potrebbe essere racchiuso tutto nei dati relativi alla dispersione scolastica. Un fallimento che fa ancora più scalpore se si tiene conto che poco meno di un anno fa il sindaco Manfredi firmò in pompa magna il famoso «Patto educativo per la Città metropolitana di Napoli». Addirittura da Roma arrivarono l’allora ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Ma fino a ora le cose non sono affatto migliorate, anzi sono peggiorate.
In alcune Municipalità, si apprende da un articolo di Mariagiovanna Capone per «il Mattino» si evidenzia un vero e proprio fallimento. Come nella VII Municipalità: alle primarie si segnala il raddoppio della percentuale di abbandoni pari al 2,6% e un aumento nella secondaria di primo grado pari a ben il 4,2%. In totale si contano ormai 152 studenti lontani dagli studi. Non va meglio nemmeno nella VIII Municipalità dove sono 122 gli studenti che hanno abbandonato la scuola. Dati poco confortanti anche alla II Municipalità con 41 alunni alle primarie (in precedenza 21) e 39 alle medie (erano 9). Secondo il monitoraggio dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania, a Napoli 616 alunni del primo ciclo e 554 del biennio delle secondarie di secondo grado sono ormai «dispersi». Per un totale di ben 1.170 tra ragazzi e bambini.
Dati che fanno solo riflettere sulla povertà educativa che in città cresce sempre di più e che inevitabilmente influirà non solo sul futuro dei più giovani ma anche sul degrado sociale del territorio. Manfredi, però, invece di riflettere su questi dati e su perché ci si trovi di fronte a una situazione così allarmante, continua a scaricare la colpa sulle famiglie che non riescono a tenere a bada i propri giovani. Ma se la scuola, tra le mille difficoltà che deve affrontare ogni giorno, non riesce a portare a termine il proprio compito (tenere lontani i ragazzi dalla strada) non è certo colpa solo di un padre o di una madre. Qualcosa c’entrerà pure chi gli istituti li gestisce, li ristruttura o li chiude perché fa freddo, ci piove dentro o perché l’immobile è pericolante.