Il Tribunale di Napoli rigetta l’istanza dei genitori della piccola uccisa nel 2014 dopo un tentato abuso: nessuna censura per la pellicola ispirata ai tragici fatti accaduti nel Parco Verde di Caivano.
“L’opera artistica, benché ispirata alla triste vicenda di Fortuna Loffredo, deve ritenersi priva di intento speculativo di sfruttamento dell’immagine o del trattamento dei dati personali… e incarna piuttosto la volontà dell’autore di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delicato dell’infanzia violata…”. Così il giudice monocratico di Napoli Valeria Rosetti nella sentenza che oggi ha rigettato l’istanza con la quale Pietro Loffredo e il suo avvocato, Angelo Pisani, hanno chiesto il blocco dell’uscita del film “Fortuna – The giant and the girl”.
La pellicola, diretta da Nicolangelo Gelormini, si ispira alla tragica storia di Fortuna Loffredo, figlia di Pietro e Domenica Guardato, uccisa a 6 anni, il 24 giugno 2014, nel Parco Iacp di Caivano, in provincia di Napoli, dopo un tentativo di abuso sessuale al quale la piccola si era ribellata. Il padre della bambina è stato anche condannato al pagamento delle spese legali, per circa 20mila euro.
“Impugneremo la decisione – annuncia l’avvocato Pisani – che infligge un ulteriore colpo alla famiglia Loffredo. Attendiamo di vedere come si pronunceranno la magistratura penale e il Garante della Privacy. Non si può modellare la vita delle persone come si fa con il pongo, oltretutto per interessi commerciali: non credo che questa sia arte, ma alterazione della realtà per i propri interessi”.
“La pellicola tratta un tema particolarmente delicato, quello della violenza sui minori, e lo fa evitando qualsiasi scena che possa ricordare la realtà cruenta dei fatti di cronaca, puntando invece alla sensibilità dello spettatore piuttosto che alla curiosità morbosa o al voyerismo e alla gogna mediatica”, ha dichiarato il produttore Davide Azzolini per Dazzle Communication in una nota.
“Rispettiamo profondamente il dolore dei genitori di Fortuna Loffredo e non possiamo nemmeno immaginare quanto hanno vissuto e sono costretti a vivere ogni giorno. E’ questo – ha proseguito – il motivo per cui il nostro film (con il patrocinio ufficiale di Save the Children, ndr) ha sempre avuto come stella polare il rispetto assoluto della memoria di una bimba al cui martirio ci si può accostare solo con attenzione, rispetto e delicatezza”.