Nel frattempo il centrosinistra al lavoro per imbastire una coalizione monstre, formata da una dozzina di liste. I Verdi alla finestra, vagliano la candidatura di Borrelli
di Giancarlo Tommasone
Civismo, un termine assai inflazionato, soprattutto quando si tratta di elezioni comunali. A maggior ragione in una città come Napoli, che ha visto trionfare per due tornate consecutive Luigi de Magistris, supportato dal suo movimento arancione, che al massimo può essere considerato poco più che una associazione, altro che partito. Nella lista dei civici, si è affrettato ad iscriversi anche il candidato sindaco del centrosinistra Gaetano Manfredi, ex rettore della Federico II ed ex ministro. Ma il suo può essere considerato piuttosto un falso civismo. Per diverse ragioni.
Partiamo dal passo di lato di qualche settimana fa, quando Manfredi, incardinando il discorso sulle esigenze della comunità, si è detto impossibilitato ad accettare la candidatura, perché il Comune di Napoli è gravato da un «debito storico» di 5 miliardi di euro. Non ha nemmeno finito di esprimere il concetto, che gli sono venuti in aiuto il segretario dem Enrico Letta, il leader politico del M5S, Giuseppe Conte, l’ex ministro Francesco Boccia, attivando la macchina giallorossa per avviare la discussione sulla necessità di un decreto salva comuni.
La lista degli endorsement
Al riguardo va fatta una considerazione: anche se il monito fosse arrivato dalla più rappresentativa voce del civismo, non crediamo avrebbe avuto pari accoglimento. Ma per quale motivo tutto si è smosso così rapidamente? Per il fatto che Manfredi, è evidentemente intraneo a una coalizione di Governo (quella Pd-M5S). Nemmeno dieci giorno dopo, appena Manfredi ha effettuato la retromarcia della retromarcia, iscrivendosi finalmente alla corsa per Palazzo San Giacomo, ha incassato, tra gli altri, l’endorsement del presidente della Camera, Roberto Fico e del ministro grillino, Luigi Di Maio. Stiamo parlando di figure istituzionali e di rappresentanti di partito di primo piano, mica di presidenti di una anonima associazione o dell’ultimo movimento civico.
Il supporto della potente macchina
politico-istituzionale della Regione Campania
C’è di più: proprio ieri, l’ex rettore ha partecipato alla conferenza stampa indetta per la riapertura dell’Acquario di Napoli. Unico candidato sindaco inserito nel parterre dei relatori, tra i quali compariva, giusto per ricordarlo, il maggiore esponente del Pd in Campania, vale a dire il governatore Vincenzo De Luca. Va sottolineato, inoltre, che è difficile far passare per rappresentante del civismo, e quindi slegato dai partiti e dal supporto dei partiti, una personalità politica come quella di Manfredi, considerando pure che è stato ex ministro. Senza dimenticare che suo fratello Massimiliano è consigliere regionale del Partito democratico, e nel 2013, sempre coi i dem, è stato eletto deputato. Senza dimenticare che Gaetano Manfredi ha dalla sua, la potente macchina politico-istituzionale della Regione Campania, e il suo più alto rappresentante (De Luca, appunto).
Il dem «mascherato»
Rispetto al discorso del finto civismo, ricordiamo pure che sono almeno due anni, che Manfredi è dato come papabile sia alla guida della Regione (nel caso la scelta non fosse ricaduta, così come poi è stato, su De Luca) sia alla fascia tricolore di Napoli (così come è successo). Nel frattempo si registra una accelerata sullo schieramento che appoggerà l’ex rettore, uno schieramento che è lontano anni luce dal civismo.
Al lavoro per la coalizione monstre
All’orizzonte, filtra da fonti giallorosse, per il «dem mascherato» Manfredi, si attrezza una coalizione monstre che dovrebbe essere formata da circa una dozzina di liste. In prima linea ci saranno naturalmente, Pd, Leu e M5S, con una lista diretta espressione del candidato giallorosso. A sinistra, si delinea una lista unificata con Sinistra italiana, Articolo 1 e Socialisti, mentre due dovrebbero essere le liste di centro, che vedrebbero la presenza anche dei Moderati. La corrente deluchiana, sarà, invece, espressa dal movimento che si è presentato alle Regionali come Campania Libera, e che in città prenderà il nome di Napoli Libera. Attese anche le liste di Italia viva e dei Repubblicani. Al momento si sfilano dalla coalizione allargata, i Verdi, che stanno vagliando la possibilità di candidare il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli. Alla finestra anche Sergio D’Angelo, che non è escluso, potrebbe ritirare la candidatura, confluendo poi nello schieramento che appoggia Manfredi.