Palazzo San Giacomo privo degli «strumenti» per predisporre l’evacuazione, bandisce una gara andata deserta. Il sindaco «prega» un’azienda umbra di intervenire
di Raffaele Ambrosino
Napoli non ha un piano di esodo comunale per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei. Con tutto quello che sta succedendo, il comune di Napoli non è in possesso della strumentazione necessaria per predisporre un piano integrale di esodo della popolazione relativo al rischio vulcanico dei campi flegrei benché l’emergenza vulcanica non ci abbia mai lasciato. L’amministrazione Manfredi, sta facendo le corse per aggiornare e coordinare il proprio Piano di protezione civile con quelli nazionali e regionali che neanche l’amministrazione precedente alla sua, quella di de Magistris, ha mai redatto.
A differenza di altri comuni, quello partenopeo non ha quindi, a oggi, un piano d’intervento coordinato e non ha le capacità di provvedere da solo a questi fondamentali piani che necessariamente si devono connettere e collegare con gli altri enti responsabili.

Lo dice a chiare lettere lo stesso comune di Napoli retto dall’ex rettore Gaetano Manfredi, e lo dice nel dispositivo della determina dirigenziale n. 1069 del settembre scorso, a firma proprio del dirigente del servizio Protezione civile e Tutela del territorio.
L’amministrazione quindi, che dovrebbe avere tutte le competenze, ammette la propria incapacità e nel giugno 2023 indice una gara per affidare all’esterno il compito di redigere l’aggiornamento del Piano di protezione civile. Gara che va deserta per assenza di partecipanti. Nessuno quindi concorre, nel frattempo l’intensificazione degli eventi sismici nell’area flegrea, scuote anche la poltrona del sindaco, dell’assessore alla protezione civile, Edoardo Cosenza.

L’affidameto diretto
Via quindi a un veloce affidamento diretto, come legge consente per determinati importi, alla prima azienda disponibile, la Sintagma Srl di Perugia, che è stata «pregata» di occuparsi del Piano attraverso una Pec d’invito inviata dal dirigente comunale appena qualche giorno fa, il 26 settembre, in pieno panico da sciame sismico.

L’azienda perugina ha accettato l’incarico il giorno dopo l’invito del comune per la cifra di circa 150mila euro totali. La mancanza colpevole di programmazione da parte dell’amministrazione ha quindi generato una fretta, una rincorsa ai ripari, tale da affidare in fretta e furia l’incarico a una società che, peraltro, non sembra avere competenze specifiche in materia di emergenze da eruzioni ed evacuazioni in massa di popolazioni. L’aver già lavorato per il comune di Napoli per la redazione del Piano della mobilità sostenibile (PUMS) non sembra essere una garanzia di competenza ed esperienza dell’incarico accettato. I napoletani, visto i soliti colpevoli ritardi, stavolta per piani di emergenza che potrebbero salvare le vite di tanti cittadini, non resta che affidarci al sempre valido ed efficace San Gennaro.

