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Il clan a corto di killer chiede la tregua ai nemici

di Redazione
4 Dicembre 2021
in Notizie di Cronaca, Primo Piano
Tempo di lettura: 2 minuti
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I Gionta «costretti» a trattare con i Gallo-Cavalieri

Tra i clan Gionta e i Gallo-Cavaliere di Torre Annunziata, fino a qualche anno fa, non ci sarebbero mai stati colloqui pacificatori o tesi a stabilire una tregua. Gli unici autorizzati a parlare potevano farlo tramite l’uso delle pistole. Non scorreva buon sangue tra le due organizzazioni criminali ma si sa, i tempi cambiano. Lo si apprende dall’ordinanza che il 30 novembre scorso ha portato all’esecuzione di 19 misure cautelari per boss e gregari dei clan Gionta e ‘Quarto sistema’.

Secondo quanto riportato negli atti giudiziari dopo il tentato omicidio di Giuseppe Carpentieri, ritenuto elemento di spicco dei Gionta e genero del capoclan detenuto Valentino, avvenuto il 6 maggio del 2020, i «Valentini» avrebbero voluto rispondere immediatamente con il sangue all’affronto subito.

Carpentieri e sua moglie Teresa Gionta, secondogenita del boss fondatore del sodalizio, in una conversazione intercettata esprimono l’esigenza di organizzare un raid armato per vendicare l’agguato per difendere l’onore del clan. I due però sono costretti a rinunciare perché la figlia di Valentino rivela la scarsità di killer a disposizione dell’organizzazione. «Ma chi si li fà trent’anni di … (carcere probabilmente, ndr.) nessuno più» afferma Teresa Gionta non sapendo di essere ascoltata dalle forze dell’ordine.

La richiesta del nipote del boss

Una circostanza che potrebbe essere alla base della decisione di parlare con il clan rivale dei Gallo-Cavalieri per evitare una nuova guerra. A proporlo un altro esponente di primo piano, Valentino Gionta jr., figlio di Ernesto fratello del fondatore della consorteria.

Secondo gli inquirenti Valentino jr. «esprimendo il suo timore per ulteriori azioni di fuoco nei confronti di altri esponenti del clan, proponeva di incontrare personalmente Giuseppe Colonia (non indagato, ndr.) fratello di Giovanni (detenuto e considerato personaggio apicale dei Gallo Cavalieri, anche lui non indagato in questa occasione) per intimargli la cessazione delle ostilità pena l’inizio di una nuova faida».

Ma cosa c’entrano i Gallo Cavalieri con il Quarto sistema? Ossia con coloro che i Gionta reputano gli artefici del tentato omicidio? Lo spiega il gip Giovanni de Angelis. Le rimostranze di Valentino Gionta jr. non sono indirizzate verso lo storico rivale, bensì agli appartenenti al ‘Quarto sistema’ più volte indicati quali eredi di affiliati al clan Gallo-Cavalieri. Il nipote del boss quindi intendeva incontrare Giuseppe Colonia «per far pervenire la sua ‘imbasciata’ (messaggio, ndr.) al nascente clan».

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