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Home La storia della camorra

Il boss e l’asta: se comprate il capannone ve lo portate via a pezzi

di giancarlo tommasone
7 Marzo 2021
in La storia della camorra, Primo Piano
Tempo di lettura: 2 minuti
Il camorrista e la linea da seguire quando si tratta di un'asta giudiziaria (foto di repertorio)

Il camorrista e la linea da seguire quando si tratta di un'asta giudiziaria (foto di repertorio)

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Un malavitoso intercettato mentre parla di un immobile sequestrato a un suo amico

«A quello che vuole fare il padrone in casa nostra, quello di Castellammare, gli devo far levare il vizio di fare l’immobiliarista; tiene preparata una bella mazziata (pestaggio, ndr)». A parlare intercettato è un malavitoso del Vesuviano, mentre discute con un suo sodale su un’asta che si è tenuta per la vendita di un immobile. Asta vinta da un imprenditore di «fuori paese», che ha presentato l’offerta senza avvisare i proprietari a cui era stato sequestrato il capannone, e soprattutto i camorristi della zona. I due interlocutori convengono sul fatto che la prossima volta dovranno agire come avvenuto per un’altra vendita all’incanto, avvenuta qualche settimana prima.

Nell’occasione, si è riusciti a far recedere dal presentare un’offerta, gli aspiranti acquirenti dei beni di un loro «amico». «Sai cosa gli ho detto?», racconta il malavitoso che ha minacciato i potenziali partecipanti all’asta. «Che se si volevano prendere il capannone e le altre cose, se li sarebbero portati via a pezzi, dopo averli smontati con la pala meccanica», spiega. Il sodale, ricordando l’episodio, conviene con lui che è questo l’atteggiamento da avere sempre.

«Con chi non tiene rispetto si deve fare solo così», dice. Non manca però la riflessione sullo stare attenti in queste situazioni, perché potrebbe anche accadere che il destinatario delle minacce li vada a denunciare, mandandoli in galera. «Ci dobbiamo stare accorti, perché può pure capitare che acchiappi lo scemo, che prende e va dalle guardie, e così si passano i guai». Il discorso, poi, torna sull’imprenditore di Castellammare. «Quello non si sa proprio comportare, non porta rispetto. Io se fossi andato nella zona sua, prima di partecipare a un’asta, mi sarei informato di chi era il capannone, se interessava a qualcuno, e poi avrei fatto l’offerta», afferma il malavitoso.

Tags: aste giudiziariecamorra del vesuvianoclan del vesuvianoimprenditori legati alla criminalitàintercettazioni camorra
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