Il Tribunale del Riesame prenderà in carico il ricorso presentato dal finto maresciallo
Oggi il Tribunale del Riesame di Napoli prenderà in carico il ricorso presentato da Carmine Cascio, l’uomo arrestato e accusato di essersi finto maresciallo dei carabinieri, funzionario parlamentare e membro dei servizi segreti con amicizie importanti nello Stato Pontificio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, effettuata dopo una denuncia di una presunta vittima, il sedicente 007 avrebbe truffato una donna promettendole un posto di lavoro in Vaticano per il figlio in cambio di denaro. L’uomo è attualmente detenuto nel carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere dopo l’arresto del 7 aprile scorso.
Nel frattempo il pm Lucia Fabrizio Finizio, che ha condotto con mano ferma e sicura le indagini, ha affidato a un consulente di parte l’incarico per un esame sui due cellulari sequestrati all’indagato. Il lavoro investigativo, coordinato dalla pm, si sta rivelando molto complesso. Al momento vengono battute tutte le piste per individuare la portata delle condotte illecite. Gli inquirenti stanno provando a capire se la donna sia l’unica vittima dei raggiri dell’uomo o se, oltre a lei, esistano anche altri truffati o addirittura estorti. Utili ad accertare tutto ciò potrebbero rivelarsi i messaggi contenuti negli smartphone del 34enne che potrebbero rivelare ulteriori profili di condotte illecite.
Il mistero del tesserino e le eventuali «coperture»
Come c’è da capire se l’uomo si sia avvalso di eventuali «coperture». Resta infatti il mistero del tesserino (quasi sicuramente un altro falso) della Presidenza del Consiglio dei ministri che gli avrebbe permesso di accedere alla Caserma dell’Esercito Italiano «Cecchignola» di Roma per incontrare un sacerdote di cui non si conosce l’identità, e che il nostro giornale ha individuato come tale padre Salvo.
Scandagliando i social dell’uomo però emergono nuovi particolari. Tante, infatti, le foto, pubblicate sul suo canale instagram, mentre si trova a Città del Vaticano o comunque a Roma. Spiccano immagini con vescovi, arcivescovi e politici durante quella che sembra la parata per i festeggiamenti del 25 aprile. Tutte persone influenti che, è bene precisare, non sono coinvolte nelle indagini. Ma che fanno sorgere più di un interrogativo.


