La conversazione surreale per nascondere gli «affari» dell’organizzazione di cui faceva parte Rosario D’Onofrio, ex capo della procura nazionale arbitrale dell’Aia
Non avevano cominciato un commercio di animali, né avevano aperto un allevamento. Ma Stefano Giovannini e Rosario D’Onofrio, in una conversazione intercettata dalle forze dell’ordine, parlavano di acquisto e vendita di cani come niente fosse. Circostanza che insospettì, e non poco, l’autorità giudiziaria. Lo spiega l’ordinanza «Madera» che ha colpito l’organizzazione criminale di cui faceva parte l’ex capo della procura nazionale arbitrale dell’Aia. «Nonostante il goffo tentativo di dissimulare il reale oggetto della conversazione – spiega l’a.g. -, emergeva con tutta evidenza che Giovannini intendeva prendere accordi con D’Onofrio per l’acquisto di una partita di droga, da quantificare in 4/5 kg».
Giovannini, non volendo far trasparire il reale oggetto di quella che era una trattativa in corso finalizzata alla cessione a terzi di un rilevante quantitativo di sostanza stupefacente (nella specie, come poi accertato di 5 kg di hashish), dava vita con D’Onofrio ad un dialogo dal contenuto volutamente surreale, facendo continuo riferimento a prezzi ed a «cani» da vendere.
L’illogicità del discorso
«Che il vero oggetto del dialogo – scrive il giudice – fosse lo stupefacente è provato dall’illogicità del discorso in quanto né Giovannini né D’Onofrio erano commercianti di animali». Un particolare curioso è che dalla conversazione emergevano riferimenti alla vendita di “mezzo cane”. Dice Stefano Giannini: «Costa 50 euro ok e tu però ne hai 4 sicuri venduti giusto? Anzi 4 e mezzo sicuri venduti come mezzo cane l’hai già venduto, si può tagliare in due un cane?»). Per poi aggiungere: «Dico vaffanculo invece che andare al casinò questo mese vaffanculo mi gioco mezzo cane giusto?».
«Cosa impossibile da farsi – sottolinea l’a.g. nell’ordinanza – se si trattasse di veri animali domestici non destinati alla trasformazione in generi alimenti. Come si comprende meglio dalle successive intercettazioni, Giovannini voleva sapere da D’Onofrio se fosse stato possibile acquistare la sostanza stupefacente a credito ottenendo risposta negativa da parte di D’Onofrio». Stefano Giovannini: «Guarda che 4 cani se sono 800 – 700 cani euro al cane lo sai che costa 2800 euro non è che possa venire a portare i cani e poi devo ritornare per prendere…» Rosario D’Onofrio: «Giusto bravissimo». È la conversazione che si legge nel provvedimento.