Nelle motivazioni gli ermellini avvalorano la tesi dell’accusa e delle associazioni ambientaliste
di Fabrizio Geremicca
Housing di Sant’Agnello: il processo riparte domani (I febbraio) al tribunale di Torre Annunziata dopo che a dicembre 2022 la terza udienza era stata rinviata perché due magistrati si erano dichiarati incompatibili. Il motivo di tale incompatibilità era la presenza di un loro conoscente tra gli imputati. Si ricomincia, dunque, con un nuovo collegio. Il presidente è Maria Camodeca. Gli altri due giudici: Gabriella Ambrosino ed Enrico Contieri.
Il processo verte sui presunti reati che sarebbero stati compiuti, secondo la Procura di Torre Annunziata, nel rilascio di autorizzazioni e permessi finalizzati ad edificare in un agrumeto, in via Gargiulo 53, appartamenti e vari garage. Un’operazione che fu perseguita da Antonio Elefante, imprenditore e progettista, protagonista di molteplici operazioni immobiliari in penisola sorrentina, e che trovò una sponda politica nell’amministrazione guidata da Piergiorgio Sagristani, tuttora sindaco.
Quest’ultimo oggi è tra gli imputati con Elefante, con Massimiliano Zurlo, con Franco Ambrosio, che era il responsabile dell’ufficio tecnico di Sant’Agnello quando furono rilasciate le autorizzazioni, e con un’altra decina di persone. Tutti rivendicano la correttezza del proprio operato.
Il sequestro degli immobili
Gli immobili sono tuttora sotto sequestro, sebbene parte di essi siano abitati. Alcuni degli assegnatari, infatti, i quali risultarono vincitori dal sorteggio che si tenne a febbraio 2017 per aggiudicare gli appartamenti tra coloro i quali ne avevano fatto richiesta, sono entrati a maggio 2021 nelle case che hanno acquistato da Elefante.
All’epoca il Tribunale del Riesame aveva disposto il dissequestro, annullando un precedente provvedimento della Procura. Il dissequestro era stato poi impugnato dalla stessa Procura guidata da Nunzio Fragliasso, che aveva ottenuto un nuovo sequestro nella primavera del 2022. Lo sgombero di chi occupa gli immobili è stato peraltro rinviato dai giudici a conclusione del procedimento penale.
La vicenda giudiziaria
E’ una vicenda lunga, dunque, anche sotto il profilo della sua storia giudiziaria quella legata alla cementificazione dell’agrumeto per un intervento che amministrazione pubblica e privato giustificarono come housing sociale, ma che il Wwf, Italia Nostra ed i Vas, prima ancora dell’avvio delle ruspe, sostenevano fosse in realtà tutt’altro: una speculazione immobiliare in violazione di norme paesaggistiche ed urbanistiche.
Le motivazioni della Corte di Cassazione, pubblicate di recente, della sentenza con la quale ha respinto in autunno il ricorso di Elefante contro l’ordinanza del Tribunale del Riesame che aveva sequestrato nuovamente il complesso immobiliare, segnano ora un punto importante a favore dell’accusa e parrebbero confermare le valutazioni delle due associazioni ambientaliste.
I magistrati hanno valorizzato la tesi che il Piano urbanistico attuativo fosse incompatibile con il piano urbanistico territoriale della penisola sorrentino – amalfitana ed hanno fatto riferimento pure alle osservazioni che nel 2014 avevano avanzato i funzionari della Provincia, all’epoca chiamati ad esprimersi sul Progetto urbanistico attuativo caro ad Elefante e Sagristani. Quel Pua, avevano obiettato i funzionari, non prevedeva alcuna cessione al Comune degli edifici che sarebbero stati costruiti. In sostanza era tutt’altro che housing sociale