di Giancarlo Tommasone
Sono 500 e tutti italiani i marittimi di cui è alla ricerca il gruppo Grimaldi. Il ‘bando’ è stato lanciato dalla società armatoriale guidata dal napoletano Manuel Grimaldi per venire incontro alla crescita del parco navi, alcune in fase di acquisizione, altre da costruire. Il gruppo è al lavoro, infatti, anche su una commessa da dieci unità da realizzare entro i prossimi 12 mesi. Per provare ad essere selezionati basta fare domanda e lasciare il curriculum allegandolo alla candidatura, in una sezione dedicata, che si trova sul sito ufficiale dell’azienda.

Grimaldi, dunque, punta sul personale italiano, in un periodo in cui l’italianità ha rappresentato il terreno in cui è esplosa la polemica con la Moby-Tirrenia, guidata da Vincenzo Onorato
E’ stato proprio quest’ultimo – anche lui partenopeo – a lanciare infatti la campagna del ‘navigare tricolore’ e ad attaccare il gruppo rivale accusandolo di impiegare a bordo, nella stragrande maggioranza dei casi, personale extracomunitario a discapito dei marittimi italiani. Non si sono sprecate le stoccate a distanza tra i due gruppi armatoriali.

La ‘battaglia navale’ coinvolge pure Confitarma
La polemica ha coinvolto anche Confitarma e i sindacati di categoria, tanto che la confederazione degli armatori a fine marzo aveva prodotto un documento dai toni non proprio distesi. “Nelle ultime settimane, la diffusione strumentale di notizie sul tema dei marittimi comunitari ed extracomunitari imbarcati sulle navi di bandiera italiana ha trovato ampio spazio sui media nazionali dando luogo ad un’informazione di parte e scorretta che, travisando la reale situazione, denigra gravemente ed offende l’intera categoria degli armatori italiani. Dal 1998, con l’istituzione del Registro internazionale, la flotta mercantile italiana è più che raddoppiata e con essa è raddoppiato il numero dei marittimi imbarcati che oggi sono più di 60.000, in prevalenza italiani/comunitari”, era scritto nel comunicato stampa diffuso da Confitarma.
La posizione del sindacato di categoria Federmar Cisal
Gli aveva risposto qualche giorno dopo Federmar Cisal: “La Confitarma con (quel) comunicato evidentemente cerca di accreditarsi presso il nuovo Parlamento perché ha perso, dopo le elezioni del 4 marzo 2018, molti dei suoi assoldati/referenti e si è trovata ora nuda di fronte ad un vortice di critiche in tv, sui giornali e sul web”. Questo aveva sottolineato Federmar, che aveva pure ribadito che “solo un marittimo italiano su 5 viene tuttora imbarcato”.

La battaglia navale, però, sembra continuare e la comunicazione di Grimaldi di assumere 500 marittimi italiani potrebbe dare impulso a un nuovo botta e risposta tra le compagnie concorrenti. Perché questa è una ‘guerra’ che si combatte soprattutto a colpi di marketing, di operazioni pubblicitarie e di conquista di rotte. E’ risaputo, infatti, che il conflitto è cominciato alcuni anni fa quando il gruppo Grimaldi decise di dedicare maggiore impegno ed energie per i collegamenti da e verso la Sardegna. Settore che fino a quel momento aveva visto la fortissima e quasi esclusiva presenza di Moby-Tirrenia.
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