Le intercettazioni svelano il sistema messo in piedi dall’ex consigliere regionale Luciano Passariello: piazzato il fedelissimo Di Domenico al vertice della società in house, aveva ottenuto incarichi e contratti per il proprio cerchio magico
Dopo aver sponsorizzato il proprio fedelissimo, avrebbe sfruttato la carica ottenuta da quest’ultimo ai vertici della Sma Campania per ottenere una serie di utilità. Insomma, l’ex consigliere regionale ed esponente di Fratelli d’Italia, Luciano Passariello, sarebbe passato all’incasso. L’ex politico campano compare tra i cinque arrestati nell’ambito della nuova indagine condotta dalla guardia di finanza su una serie di presunte tangenti che si sarebbero consumate tra gli uffici della Regione Campania e quelli del Comune di Napoli. Proprio Passariello, ignaro di essere sotto intercettazione, aveva ripreso il proprio uomo con parole a dir poco dubbie: «Secondo te perché io ti ho messo là, se non per fare soldi».
E di soldi Passariello, Lorenzo Di Domenico e Agostino Chiatto ne avrebbero smossi parecchi. Dalle quasi duecento pagine dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita stamattina emerge infatti che Passariello, nella sua qualità di allora consigliere regionale campano, presidente della commissione regionale di inchiesta sulle società partecipate, compresa la Sma, e all’epoca candidato alle elezioni politiche per il rinnovo della Camera dei Deputati, abusando della suddetta qualità e dei poteri che ne derivavano, dopo aver sponsorizzato e di fatto determinato la nomina, avvenuta con delibera del 30 novembre 2016, di Lorenzo Di Domenico ad amministratore unico e poi consigliere delegato della Sma Campania, «induceva lo stesso Di Domenico a dare ovvero promettere, anche per il tramite di Agostino Chiatto, dipendente della Sma già distaccato presso la segreteria particolare dell’onorevole Passariello, a lui stesso o a terzi le seguenti utilità, rivolgendosi in tale prospettiva allo stesso Di Domenico con frasi del seguente tenore “secondo te perché ti ho messo là, se non per fare soldi”», scrivono gli inquirenti.
Così facendo, almeno secondo il teorema accusatorio, Passariello avrebbe ottenuto: l’aggiudicazione della gara d’appalto per la manutenzione dei veicoli della Sma Campania alla società Auto Bruognolo (autofficina segnalata da Passariello); la stipula da parte della Sma e dunque da parte dello stesso Di Domenico di un contratto di collaborazione retribuito in favore di Oliva Pietro Bonito (addetto stampa del medesimo Passariello); la nomina dell’avvocato Francesca Del Prete come presidente dell’organismo di vigilanza di Sma; la riscossione da parte di Di Domenico e Chiatto di una tangente pretesa da un negozio di ferramenta di Ischia che avrebbe dovuto effettuare una fornitura alla Sma; la riscossione da parte di Di Domenico, tramite Chiatto e Luigi Riccardi, delle somme erogate in favore dello stesso Passariello dagli imprenditori di cui al capo C a titolo di finanziamento illecito in occasione delle elezioni politiche svoltesi nel giugno 2018 che vedevano Passariello come candidato; il reinserimento di Di Domenico di Chiatto nei ruoli della Sma Campania con la previsione di un trattamento retributivo più vantaggioso; la nomina da parte di Di Domenico come consulenti-collaboratori esterni della Sma di professionisti da lui stesso segnalati.