di Francesco Vitale
Il prossimo tre febbraio avrebbe compiuto 59 anni, Francesco Belviso, ex elemento apicale del clan D’Alessandro, poi passato a collaborare con la giustizia. Aveva seguito la strada imboccata prima di lui dal figlio Salvatore.
All’anagrafe
di camorra
era meglio
conosciuto
col soprannome
di Ciccio ‘o mister,
per i trascorsi
giovanili nel mondo
del calcio
Secondo gli inquirenti il contributo del «collaborante Belviso Francesco» ha fornito un supporto fondamentale per fare luce sugli affari della cosca di Scanzano e sui rapporti intessuti dall’organizzazione criminale stabiese a tutti i livelli del tessuto sociale. Si trovava in località protetta, è deceduto in seguito agli effetti provocati da un lunga malattia.
Il suo nome era finito
nuovamente sotto i riflettori
della cronaca, all’inizio
dello scorso dicembre
E’ tra i pentiti, le cui dichiarazioni sono inserite nel faldone dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita nei confronti di 13 persone (in totale gli indagati sono 21). L’operazione Olimpo scattata il 5 dicembre ha portato in carcere anche Adolfo Greco, il «re del latte». Il 22 marzo del 2012, quasi sette anni prima dell’arresto di Greco, Belviso rende dichiarazioni relative all’imprenditore stabiese per fatti che risalgono a un periodo che va dal 2008 al 2009.
«Adolfo Greco è un grosso imprenditore che gestisce camion e si occupa dei rifornimenti ai supermercati di latte e di altri prodotti alimentari, se non sbaglio della Kinder, aveva un contatto diretto con Paoluccio Carolei. Paoluccio Carolei incontrava Adolfo Greco a largo Fusco presso l’abitazione dell’imprenditore, che si trovava in un portone venti metri prima del portone di Romano Catello e quindi in via Tavernola. Paoluccio Carolei ci ha dato un paio di tranche da cinquemila euro ciascuna provenienti da Adolfo Greco. Le due quote di cinquemila euro ciascuna sono state consegnate da Paoluccio Carolei direttamente a me. Il denaro che Paoluccio Carolei riceveva da Adolfo Greco era di importo superiore. Infatti, il denaro consegnato da Adolfo Greco veniva diviso tra D’Alessandro Vincenzo e Paoluccio Carolei e quindi quello che veniva dato a noi costituiva soltanto la parte spettante a D’Alessandro. Le consegne delle tranche di denaro provenienti da Adolfo Greco sono avvenute a fine aprile e ad inizio maggio del 2009. Adolfo Greco aveva pagato anche a Natale del 2008», racconta Belviso.
Sullo sfondo c’è un’altra vicenda, quella relativa alla riconversione dell’ex area industriale Cirio. «Adolfo Greco doveva realizzare un centro commerciale, dove c’era il Cirio, vicino al passaggio a livello di via Alcide de Gasperi… si trattava di una struttura vecchia, costituita soltanto dalle mura, che doveva essere trasformata in centro commerciale. Io ho detto a D’Alessandro Vincenzo che volevo o il parcheggio o il bar del centro commerciale… D’Alessandro Vincenzo ha acconsentito alla mia richiesta e mi ha detto di parlare del mio progetto a Paoluccio Carolei. Io ho saputo che Adolfo Greco voleva realizzare il centro commerciale da Paoluccio Carolei… (quest’ultimo) mi ha anche riferito che Adolfo Greco gli aveva detto che, una volta iniziata l’attività, per la quale era ancora in attesa delle autorizzazioni del Sindaco, non c’erano problemi», racconta il collaboratore di giustizia. Il suo progetto, però non va in porto, perché viene arrestato.
Le dichiarazioni della presunta amicizia
tra Adolfo Greco e Pasquale D’Alessandro
«So che grazie alla sua amicizia con Pasqualino D’Alessandro, Adolfo Greco aveva il monopolio della distribuzione del latte e degli altri prodotti alimentari ai supermercati di Castellammare di Stabia. Ciò da molti e molti anni», riferisce pure Francesco Belviso.