Il coordinatore regionale Martusciello chiude le polemiche: «Per ognuno che va via ce ne sono dieci che arrivano»
Non un’epurazione, ma un voltare pagina. Non un’esecuzione dei parlamentari vicini a Cesaro ma un rinnovamento nello spirito della Forza Italia come fu elaborata nel lontano 1994. Il giorno dopo le polemiche sollevate da De Siano, Pentangelo, Ferrajoli e Sarro, interviene il coordinatore regionale Fulvio Martusciello e spiega cosa è accaduto e assicura: ora una nuova stagione per il partito azzurro. Non fa polemiche con la famiglia di Sant’Antimo che per anni è stata plenipotenziaria nel movimento anche se per molti è stato lui, dopo 15 anni, a tagliare fuori «Giggino a purpett» e il figlio Armando.
«Cesaro non c’è più»
«Si, io ho voluto voltare pagina» afferma in un’intervista a Conchita Sannino per Repubblica Napoli. «Cesaro non c’è più, ma davvero non è stato questo il motivo della mancata ricandidatura degli uscenti. Semplicemente gli spazi si erano ristretti e bisognava rinnovare dando spazio al territorio».
Eppure le scelte non sono piaciute, non sono state comprese dai parlamentari uscenti «ribelli». Hanno annunciato che faranno una seria riflessione e che i loro voti non andranno alla formazione berlusconiana. «C’è stile e stile – spiega alla giornalista -. La nostra storia è piena di parlamentari non ricandidati che hanno innalzato la bandiera di Fi il giorno dopo. Ricordo a me stesso la signorilità di Giancarlo Laurini o del magistrato Pasquale Giugliano, o dell’indimenticabile Emiddio Novi. Questo gruppo dirigente non li ricandidò e loro il giorno dopo fecero campagna per Forza Italia».
Allontana pure la tesi della poca democrazia, anzi, lancia stilettate a chi ha governato il partito fino al passato recente. «Quello che cambia da oggi – afferma a Valentino Di Giacomo de ‘il Mattino’ – è l’impostazione del partito: aperto, plurale, protagonista. Dico a tutti quelli che in questi anni sono andati via: tornate perché finalmente lo spirito del ’94 e tornato».
I nuovi arrivi
Secondo alcuni sarebbe partita un vero e proprio esodo dal partito. «Per ognuno che va via – afferma Martusciello – ce ne sono dieci che arrivano. Basti pensare a quello che è accaduto a Caserta con l’adesione del presidente della Provincia di Caserta che ha consegnato nelle mani di Tajani la sua adesione».
Priva di fondamento anche la questione territoriale sollevata dai «ribelli», la mancanza di candidati vicini alle realtà locali. «Abbiamo candidato due sindaci a Benevento ed Avellino, Rubano e De Angelis che sono anche coordinatori provinciali, la capogruppo in Regione Annarita Patriarca e il capo dell’opposizione Stefano Caldoro che, con la loro elezione, porteranno in Consiglio regionale i primi dei non eletti: cioè Franco Cascone e Mariagrazia Di Scala, ridando rappresentanza all’isola di Ischia. C’è il più votato in consiglio comunale a Napoli, la coordinatrice regionale e la vice di “Azzurro donna”, il responsabile regionale dei difensori del voto, la consigliera comunale più votata della provincia di Salerno, la prima dei non eletti alle regionali di Caserta. Tutti conosciutissimi e apprezzati dalla base».
È un fiume in piena il coordinatore regionale, è ottimista per il futuro: «Sono certo che la Campania sarà la regione più azzurra di Italia. E che darà proposte di governo. Il Sud si difende con gli atti concreti».