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I fondi per l’agroindustria di Caserta dirottati a Salerno

di Redazione
24 Luglio 2017
in Notizie di Politica
Tempo di lettura: 3 minuti
L'interno di una industria agroalimentare in provincia di Caserta

L'interno di una industria agroalimentare in provincia di Caserta

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Si è conclusa solo 12 mesi fa la rendicontazione della vecchia programmazione del PSR 2007/2013, ma le ataviche difficoltà del settore agricolo della provincia di Caserta di accesso ai finanziamenti europei si sono nuovamente manifestate, difficoltà che con i primi bandi del PSR 2014/2020 sono risultate ancora più evidenti e palesi.
L’analisi fatta a rendiconto delle tre misure cardini del PSR Campania 2007/2013, ovvero la misura 112/121 Cluster (primo insediamento e investimenti per i giovani), misura 121 (investimenti per le aziende agricole) e misura 311 (attività agrituristiche) ha evidenziato dati a dir poco sconcertanti, con una percentuale di risorse arrivate al territorio Casertano mortificanti, non spiegabile con la semplice giustificazione dell’orografia del territorio, della propensione ad investire degli imprenditori o dalle zonizzazione imposta dal PSR.

A fronte di un PIL agricolo della Provincia
di Caserta che vale circa il 25% su base regionale si osservano che le risorse assegnate agli agricoltori casertani
sono solo del 4,97%

per la Misura 112/121 Cluster, del 14,86% per la Misura 121, con una media ponderata il 13% delle risorse 121 e 12/121 Cluster mentre sono del 7.87% per la Misura 311, percentuali irrisorie se confrontate al 44, 29% per la Misura 112/121 Cluster, al 26,87% per la Misura 121 e al 30,46, con una media ponderata del 31% delle risorse 121 e 12/121 Cluster per la Misura 311 della Provincia di Benevento che in termini di PIL vale solo il 15%. In termini elementari, la Provincia di Caserta, che rappresenta il 17.30% degli occupati agricoli campani e il 19.40% della SAU regionale, ha ottenuto in media il 50% in meno di quanto era preventivabile ed auspicabile, con drenaggio di risorse trasferite dalla stessa ad altre province, per oltre 200 MLN di euro.

La sede della Regione Campania a Santa Lucia
La sede della Regione Campania a Santa Lucia

Se Benevento vale il 100 in termini di risorse per la misura Cluster 112/121, la provincia di Caserta, per PIL/Valore Aggiunto e per numero di occupati, non può valere meno di 200, ma dati alla mano raccoglie poco più di 30. La domanda principe è: come mai tutto questo? Forse non ne hanno bisogno gli agricoltori casertani? Forse i tecnici non sono preparati? Forse gli uffici periferici provinciali applicano due pesi e due misure?
Le risposte possono essere molteplici, ma il dato eloquente è che la provincia di Caserta ha perso nella passata programmazione del PSR 2007/2013 circa 200 MLN a favore di BN e SA!
Altro dato che appare ancora più preoccupante, è rappresentato dalla differenza della percentuale delle pratiche istruite positivamente sul totale da parte dei diversi uffici periferici, con una percentuale di non ammissibilità di oltre il 50% dell’ufficio dell’ispettorato agrario di Caserta contro il poco più del 30% degli uffici di Benevento, Avellino e Salerno.

Una discarica in provincia di Caserta
Una discarica in provincia di Caserta

Enucleati i dati statistici relativi alla vecchia programmazione, ciò che spaventa fortemente gli imprenditori agricoli e tecnici casertani, è che l’andamento delle istruttorie nella nuova programmazione è ancora più desolante, con appena 34 istanze della Misura 4.1.1 istruite positivamente dall’ufficio dell’ispettorato agrario di Caserta su 581 pratiche regionali, meno dell’6% regionali, con Caserta che approva 3,5 pratiche su 10, contro la media regionale del 6.5 pratiche su 10 e con Salerno che approva 8,5 pratica su 10. Un ulteriore dato che forse non centra nulla, ma che lascia quantomeno perplesso lo scrivente è il dato di bocciature delle pratiche dei tecnici non casertani che si sono azzardati a prestare i loro servizi per aziende casertane, orbene, questi stimatissimi e osannati professionisti in patria, in trasferta a Caserta, hanno ottenuto una percentuale di pratiche istruite positivamente pressoché pari zero, quindi mentre nella loro provincia rasentano la perfezione con una percentuale di successo prossima la 100%. Non significherà nulla, ma allo scrivente tutto ciò lascia riflettere.

L'interno di una industria agroalimentare in provincia di Caserta
L’interno di una industria agroalimentare in provincia di Caserta

In questa sciagura che vede mortificati gli agricoltori e tecnici casertani, l’unica cosa certa e oggettiva è che si sta affossando in modo drammatico lo sviluppo agricolo di una provincia, una provincia che rappresenta il cuore pulsante del sistema agricolo campano, con tante eccellenze e tanta economia, quali il comparto zootecnico con la mozzarella di bufala, il comparto pomodoro da industria, con la mela annurca, con il settore della fragola di terre del lavoro, con il comparto frutticolo del medio e alto casertano ecc, un sistema agricolo che rappresenta senza dubbio un pilastro fondamentale del sistema economico regionale che se ulteriormente minato e mortificato potrebbe far collassare definitivamente un’intera provincia già in forte crisi. Cari consiglieri regionali, cari sindaci casertani, se amate veramente il vostro territorio, siete obbligati a porvi il problema di cosa stia accadendo negli ultimi 10 anni con i fondi comunitari e la loro distribuzione nel vostro territorio, perché quando un fenomeno diventa una costante che dura per più lustri, il problema non è più tecnico ma politico, specialmente quando questa anomalia drena a favore di altre province risorse per diverse centinaia di milioni di euro.
I dati sono stati desunti dalle graduatorie definitive pubblicati dalla Regione Campania sul sito istituzionale del PSR.

Grazie dell’attenzione e di ciò che farete o cercherete di fare.

Lettera firmata

Tags: agroindustriamozzarellapomodoriregione campania
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