Se il fenomeno dei «guardamacchine» viene definito emergenza di stampo camorristico rischiamo di complicare la situazione e di distogliere l’attenzione dai veri fenomeni mafiosi
A Napoli si ha l’abilità di complicare qualsiasi cosa. Qualcuno direbbe che in città funziona benissimo l’ufficio «complicazione affari semplici». Un problema viene esaminato in ogni minimo dettaglio e su di esse vengono spese milioni e milioni di parole inutili che finiscono solo per immobilizzare la situazione e complicarla. Un discorso che potrebbe essere applicato alla piaga dei parcheggiatori abusivi. Vere e proprie estorsioni che vanno dai 2 ai 10 euro. Una questione che, anche in questi mesi di campagna elettorale, è stata associata sempre più a una questione di ordine pubblico e sicurezza sociale come se la presenza dei «guardamacchine» rappresentasse una delle emergenze, se non la maggiore, della città.
Sicuramente è un elemento di infiltrazione rispetto al vivere civile, non è possibile pagare un’estorsione per parcheggiare l’auto ma altrettanto non è possibile immaginare che i parcheggiatori abusivi, che sono e restano una piaga, vengano presentati addirittura come un’emergenza. Che i parcheggiatori abusivi vengano definiti addirittura propedeutici alla criminalità organizzata e alla camorra è un appiattimento e un livellamento di tutto il discorso relativo alla sicurezza in città.
Un bazooka per eliminare un topolino
Se il problema di ordine pubblico non è più relativo ai clan che hanno conquistato e mantenuto intere porzioni di città, se l’emergenza non sono più le piazze di spaccio, non sono più i negozi taglieggiati (vedi il caso del povero negoziante picchiato per non aver voluto regalare una Play Station a due dei Frizziero), se l’emergenza non è la protervia della criminalità che utilizza i migranti per spacciare e per la prostituzione allora significa che il problema della sicurezza invece di essere semplificato diventa molto più complesso.
I «guardamacchine» sono un fenomeno circoscritto ma di carattere non mafioso, se gli attribuimo uno stampo camorristico significa che stiamo utilizzando un bazooka per eliminare un topolino. Questo non significa che i parcheggiatori abusivi siano innocui ma trasformare la narrazione della sicurezza in città basandola solamente sull’equazione parcheggiatori abusivi uguale camorra uguale controllo del territorio è profondamente sbagliato ed è propedeutico a una disordinata e caotica filosofia di intervento.