di Giancarlo Tommasone
Massimo riserbo sull’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli per presunte false cittadinanze a Portici. Ad essere finito sotto la lente degli inquirenti l’Ufficio Anagrafe della città della Reggia. Da quanto è trapelato da ambienti investigativi, ci sarebbero diversi indagati. Ai destinatari dell’avviso di garanzia è stato contestato il reato di associazione per delinquere.
Le indagini sono partite alcuni mesi fa in seguito al rilevamento di alcune pratiche considerate «sospette».
Accertamenti questi ultimi, avviati a loro volta, in seguito a delle segnalazioni anonime. Il pubblico ministero titolare dell’inchiesta avrebbe «scovato» almeno un centinaio di false cittadinanze, ottenute con residenze e matrimoni fasulli. Unioni che sarebbero avvenute, in maniera del tutto fittizia tra residenti porticesi e cittadini extracomunitari.

Naturalmente, si ipotizza, che dietro tale attività illecita ci sia un sostanzioso giro d’affari, che non è stato, al momento, ancora quantificato. Certo è che, trattandosi di un centinaio di casi, dovrebbe trattarsi di cifre elevate. Nei giorni scorsi il pm ha inviato personale di polizia giudiziaria presso il Comune di Portici per un sequestro di atti.
Gli incartamenti prelevati dalle forze dell’ordine
sono adesso al vaglio degli inquirenti.
Che stanno cercando di acquisire ulteriori elementi a supporto delle indagini e per la ricostruzione della vicenda, nei minimi particolari. Anche la città costiera, come gli altri centri della provincia partenopea, nel corso degli ultimi anni, è stata interessata da un robusto flusso di immigrazione.

La comunità straniera più numerosa è rappresentata certamente da quella formata da cittadini provenienti dall’Europa dell’Est.