Salvatore Roselli racconta i segreti del clan Amato-Pagano
Salvatore Roselli, ex boss dei Sette Palazzi di Scampia, «vuota il sacco» e racconta di intenditi accordi tra clan e delitti irrisolti. Non solo, prova a smarcarsi dalle accuse contestategli nella vicenda legata al sequestro di Stefano Pettirosso. Accuse che gli sono costate la condanna in primo grado. Roselli, però, continua a professarsi completamente estraneo. A suo dire sarebbe stato vittima di una congiura. Lo rivela un articolo di Luigi Nicolosi su «il Roma». «Davanti ai pm – si legge in un manoscritto redatto il 7 marzo scorso e depositato – mi sono accusato di due omicidi e un occultamento di cadavere su cui non c’erano indagini a mio carico. Perché dovrei mentire su questo reato?».
Ma parla anche di accordi che ci sarebbero stati tra il clan Stabile di Chiaiano e gli Amato-Pagano nel 2020. «Tutto iniziò con un incontro che mi chiede Ciro Stabile – scrive – esponente del clan di Marianella e Chiaiano, verso la fine di gennaio, inizio febbraio. Lui espresse la volontà di stringere un’alleanza con noi clan Amato-Pagano, disse che era stanco che ogni gruppo di Miano emergente lo aggrediva sulla sua zona… capii che aveva fatto questa cosa perché sul territorio erano tornati i cugini Cifrone e voleva protezione. Dissi che dovevo parlare con Marco Liguori, mio capoclan, e Fortunato Murolo. Ne parlai con loro e dissero di sì… Nessuno scontro sembrava conveniente».