Lo scrittore napoletano (da anni residente a Roma) e il coraggio di difendere l’indifendibile
di Giancarlo Tommasone
Deve ricordarsela per niente bene, lo scrittore Erri De Luca, Napoli, per affermare che il sindaco Luigi de Magistris è stato il miglior primo cittadino che abbia mai conosciuto, e quindi – considerando il fatto che De Luca oggi ha più di settant’anni – della storia, almeno quella del periodo (assai breve) in cui ha vissuto nel capoluogo partenopeo.
Nel corso di una intervista rilasciata a la Repubblica, in occasione dell’uscita del suo ultimo libro (A grandezza naturale), lo scrittore sollecitato sulle prossime elezioni amministrative e sull’esperienza degli arancioni a Palazzo San Giacomo, ha affermato: «Credo che de Magistris sia stato il miglior sindaco di Napoli che ho conosciuto nel corso della mia vita, già abbastanza lunga».
Peccato però, che De Luca dimentica di dire che la maggior parte della sua lunga vita l’ha passata altrove, lontano da Napoli, che lasciò per Roma, già a 18 anni, quando si recò nella Capitale per aderire a Lotta continua. Si trova quindi a difendere l’operato di un sindaco, che nei fatti, è indifendibile, e le sue parole espresse dall’alto del soglio dell’intelligencia, offendono l’intelligenza e non solo, di centinaia di migliaia di napoletani. Perché Luigi de Magistris lascia in eredità ai napoletani, una città in condizioni disperate, con le casse comunali che hanno superato la fase del predissesto e fanno segnare un passivo di 3 miliardi di euro di debito.
Una città in cui il verde pubblico è azzerato (collina di Posillipo praticamente disboscata), strazio di cui è simbolo la villa comunale, ridotta a un ricettacolo di immondizia. E non solo, servizi inesistenti, prima e dopo la pandemia. L’avvento del Covid non ha fatto per niente notare la differenza con i disservizi atavici relativi al trasporto, ha influito minimamente sul peggioramento delle condizioni, catastrofiche di per sé, già prima.
A fronte della necessità di 25 treni per i collegamenti su ferro, la metro di Napoli, dispone, quando è tutto in ordine, di appena 7 convogli. I ritardi continuano a fiaccare i pendolari, che sono obbligati a prendere i mezzi pubblici, solo perché non hanno alternative. Stessa cosa dicasi per bus e funicolari. Che sono gestiti da una partecipata municipale, la Anm, che come le sue «sorelle» annaspa sull’orlo del fallimento da anni. Addirittura, negli ultimi giorni, come testimoniato da Stylo24, in alcune zone della città, è tornata a fare capolino, l’emergenza rifiuti.
E vogliamo parlare della gestione della vicenda della Galleria Vittoria, di cui solo qualche giorno fa, dopo quattro mesi, la Procura ha disposto il dissequestro? Davanti al disastro complessivo, di ogni settore del tessuto sociale, economico, e produttivo, non c’è stato poi alcun intervento da parte dell’amministrazione comunale per la riduzione della Tari, o di altri tasse, che mettono in ginocchio famiglie, commercianti e imprenditori. Lasciati, tra l’altro, senza infrastrutture, e nulla occasione di sviluppo.
E allora, ci chiediamo: come fa a dire Erri De Luca che de Magistris è il miglior sindaco della storia? Con quale coraggio, fa una affermazione del genere, il napoletano De Luca, che dichiara: la mia napoletanità decide della mia consistenza umana? Comprendiamo la necessità del cliché della napoletanità – quella delle radici che affondano nella lava e nel mare, che tra l’altro, ormai fa così radical chic -; comprendiamo l’affinità elettiva ed ideologica con de Magistris, la sua amicizia, la sua confidenza con il sindaco.
Ma un intellettuale non si può permettere, con le sue affermazioni, di prendere in giro i napoletani, quelli che magari non avranno la consapevolezza di cosa sia la siderale e allo stesso tempo profonda essenza partenopea, ma soffrono ogni giorno – perché a differenza di De Luca vivono quotidianamente Napoli, e a Napoli – la mortificazione di abitare in una città che non offre alcunché in termini di servizi.
E va pure sottolineato che de Magistris, da quando ha deciso di partecipare alla corsa per la presidenza della Calabria, ha ormai abbandonato in tutto e per tutto il ruolo di sindaco. A proposito, a un recentissimo incontro elettorale, effettuato da deMa tramite la piattaforma Zoom, hanno partecipato appena 40 persone, inclusa la decina di relatori. Magari i calabresi conoscono de Magistris più di alcuni napoletani, e nel caso di Erri De Luca. Al quale vogliamo pure dare la notizia che un altro intellettuale, lo scrittore Maurizio De Giovanni, che come lui è stato sempre un fan del sindaco di Napoli, da qualche mese, intuendo l’antifona, è sceso dal carro arancione.

E poi l’ultima e chiudiamo: il più grande primo cittadino che De Luca abbia conosciuto, solo nei giorni scorsi ha approvato la prima annualità 2019 (delibera a firma degli assessori alle Politiche sociali, Donatella Chiodo, alle Pari opportunità, Francesca Menna e alle Politiche del lavoro, Giovanni Pagano), del Piano sociale regionale 2019-2021, un piano praticamente in scadenza. E allora, davanti a chi ha la faccia di dire che questo è il miglior sindaco della storia di Napoli, noi abbiamo perso tutte le parole.