La scoperta nell’ambito dell’indagine su un traffico di droga dal Pakistan all’Italia che ha fatto scattare le manette per 29 persone, tra Napoli, Roma, Pescara e Macerata.
Diventano sempre più ingegnosi i trafficanti di droga. L’ultima trovata arriva da un gruppo criminale che dal Pakistan faceva entrare in Italia eroina e cocaina sciogliendola e solidificandola, attraverso un sofisticato procedimento tecnologico, nell’imbottitura in gomma piuma di trolley o nella parte rigida di valigie. La scoperta è stata fatta nell’ambito dell’inchiesta “Last chance” dei finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Ancona, coordinati dalla locale Procura – Direzione Distrettuale Antimafia, durata quasi due anni. Tempo durante il quale sono finite in manette 29 persone, per la maggior parte pakistani e afgani, domiciliate tra Macerata, Napoli, Roma e Pescara. Per quattro di questi, ritenuti i capi del gruppo, i militari hanno eseguito ordini di custodia in carcere del gip di Ancona. Ancora latitante un quinto uomo ritenuto al vertice della banda.
Una volta arrivata in Italia, la gomma piuma veniva lavorata in appositi laboratori, per essere trasformata in eroina con un particolare processo di trasformazione: il poliuretano espanso elastico veniva triturato con specifiche apparecchiature, il composto ricavato setacciato con filtri e fatto bollire lentamente per cristallizzare la sostanza stupefacente. Poi, di nuovo frullata, la droga veniva mescolata con sostanze da taglio (in particolare la “mannite”).

Sono, in totale, 36 i soggetti denunciati, di cui 25 arrestati in flagranza e cinque destinatari di ordini di custodia, eseguiti anche con la collaborazione degli agenti della Polizia di Stato di Terni. In sei regioni (Marche, Umbria, Lazio, Sardegna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia) sono stati sequestrati 44 kg di eroina e 300 gr di cocaina, per un valore complessivo sul mercato di oltre tre milioni di euro.
Gli ingenti quantitativi di droga introdotti in Italia erano destinati al mercato delle province di Ancona e Macerata, così come a quello laziale, umbro, sardo e campano, anche grazie all’aiuto di numerosi complici sul posto. “Luogo di riferimento abituale per stoccare e smerciare la droga” per l’organizzazione era il grattacielo multietnico “Hotel House” di Porto Recanati (Macerata).