Epurazione interna per cacciare i «maranesi», niente sconti per Francesco Paolo Russo e Dario Amirante. Assoluzione choc, invece, per Renato Napoleone
di Luigi Nicolosi
Duplice omicidio nel giro di ventiquattro ore, nuova tegola per i ras del clan degli Scissionisti. Imputati per gli agguati costati la vita nel 2014 ad Antonio Ruggiero e Andrea Castiello, oggi pomeriggio la terza sezione della Corte d’assise di Napoli ha condannato alla pena dell’ergastolo i killer Francesco Paolo Russo e Dario Amirante (quest’ultimo accusato solo del delitto Castiello). Clamorosa assoluzione, invece, per il ras Renato Napoleone, difeso dagli avvocati Domenico Dello Iacono e Claudio Davino. La Procura antimafia aveva chiesto la condanna all’ergastolo per tutti e tre gli imputati.
Le indagini sulla sanguinosa vicenda erano arrivate a una svolta nell’ottobre del 2018, quando una una ordinanza di custodia cautelare in carcere raggiunse i killer del clan degli Scissionisti. In manette, dopo l’annullamento ottenuto a sorpresa nell’agosto 2017 dal tribunale del Riesame, finirono così di nuovo Dario Amirante “’o gemello”, Renato Napoleone e Francesco Paolo Russo “cicciariello”. In pratica gli uomini di punta della penultima generazione del gruppo di fuoco del cartello degli Amato-Pagano. I tre, stando alla ricostruzione della Dda, sarebbero a vario titolo coinvolti negli omicidi di Antonio Ruggiero, il cui cadavere non è mai stato ritrovato, e di Andrea Castello.
L’attività di indagine, fondata sulle dichiarazioni dei pentiti Antonio Accurso e Paolo e Michele Caiazza, ma anche su intercettazioni e un’ampia serie di riscontri, hanno consentito di ricostruire mandanti ed esecutori dell’omicidio per lupara bianca di ruggiero, il cui cadavere è stato distrutto e mai ritrovato, nonché dell’omicidio di Castiello, rimasto ucciso nell’azione di fuoco diretta all’eliminazione sua e di Castrese Ruggiero, nipote di Antonio Ruggiero, che invece era riuscito a sfuggire all’agguato. Si tratta di due episodi che si inquadrano nella lotta interna al clan Amato-Pagano, scatenatasi all’indomani della cattura del babyboss Mariano Riccio, sino a quel momento capo del clan, per eliminare fisicamente i suoi fedelissimi: un’epurazione voluta e messa in atto da membri della componente che faceva riferimento agli Amato.