Il broker finito in manette, figura di spicco per l’arrivo degli stupefacenti alle cosche calabresi, era latitante dal 2018.
Arrestato in Ecuador il narcotrafficante Serafino Rubino, latitante dal 2018 e considerato al centro di un grande traffico di cocaina tra i produttori di droga del Sud America e le organizzazioni criminali Calabresi e Campane. Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, in stretta collaborazione con l’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza presso l’Ambasciata Italiana in Bogota’ (Colombia) e con la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, ha individuato e fatto arrestare nella citta’ di Manta, in Ecuador, il ricercato di origine campana.
Rubino, latitante da giugno 2018, si era sottratto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia. In particolare, l’operazione e’ avvenuta nell’ambito di un’indagine condotta dagli specialisti del Gico di Napoli su un traffico internazionale di cocaina proveniente dal Sud America, in cui sarebbero coinvolti anche soggetti campani. Gli sviluppi investigativi emersi hanno permesso prima di identificare e localizzare Rubino e, successivamente, di segnalarlo alla Polizia Nazionale Ecuadoriana.
Al momento del suo arresto il latitante ha esibito un documento di riconoscimento colombiano, rivelatosi falso, mentre a conferma della sua identita’ sono stati riscontrati i tatuaggi che erano stati descritti dall’Interpol per la ricerca in campo internazionale. La Corte Nazionale di Giustizia Ecuadoriana, attivata dai canali di collaborazione internazionale, ha ordinato la cattura per fini di estradizione del cittadino italiano, che verra’ rimpatriato non appena espletato il previsto iter diplomatico.
Serafino Rubino, secondo quanto emerso dalle indagini svolte a suo tempo dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro nell’ambito operazione “Hermes 2016” e culminate nel provvedimento di cattura emesso dal Tribunale di Reggio Calabria, avrebbe gestito un grosso traffico internazionale di cocaina insieme alla compagna del boss della mafia catanese Salvatore Cappello detto “Turi”. Attraverso trattative dirette con i narcotrafficanti sudamericani Rubino avrebbe “piazzato” la cocaina a diversi acquirenti in Italia, tra i quali anche alcune cosche di ‘Ndrangheta di primo piano come quella dei “Pelle-Vottari” di San Luca, in provincia di Reggio Calabria.