L’ex capo ultrà parla anche di una corsia preferenziale per acquistare i biglietti
di Giancarlo Tommasone
Rispetto alle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Gennaro De Tommaso, al secolo Genny ’a Carogna, condannato nel 2018 (in primo grado) per traffico di stupefacenti a una pena di 18 anni, quello che colpisce immediatamente è la confusione sui tempi. Una discrepanza in particolare, balza immediatamente agli occhi. Ebbene, l’ex capo ultrà dei Mastiffs (è alla loro guida già dal 2003, ndr) dichiara di aver conosciuto il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, quando – dice – ds degli azzurri era Pierpaolo Marino. In che occasione e in seguito a cosa, De Tommaso avrebbe focalizzato l’attenzione del numero uno della società partenopea, nei suoi confronti? A spiegarlo al pm, è lo stesso Genny: «Il presidente era rimasto colpito da una coreografia della Curva B che rappresentava il Vesuvio e voleva finanziarci a questo scopo. Ma noi rifiutammo ribattendo che volevamo solo che il Napoli vincesse».

Attenzione, però, la coreografia a cui si riferisce De Tommaso è quella imbastita il primo marzo del 2013, tra le più famose e mozzafiato mai realizzate a Fuorigrotta, quella con il Vesuvio fumante che occupa tutta la parte superiore della Curva B del San Paolo. L’«installazione scenica» compare nel momento dell’ingresso delle squadre, Napoli e Juventus, per la gara di campionato che terminerà 1-1 (Chiellini apre le marcature al 9’, per gli azzurri pareggia Inler al 42’). Bene, nel 2013, direttore sportivo del Napoli è Riccardo Bigon (andrà via nel 2015), che ha sostituito, nel ruolo, Pierpaolo Marino, addirittura a settembre del 2009.
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Quindi è praticamente impossibile che quando De Laurentiis, come dichiara De Tommaso, avrebbe voluto «finanziarci a questo scopo (per le coreografie, ndr)», ds fosse Marino, andato via tre anni e mezzo prima di quella partita. E poi è assai poco credibile (un «insulto» alla logica) la circostanza che il presidente, che da sempre ha alzato un muro tra gruppi ultras e società, e tra l’altro sistematicamente contestato proprio dalla Curva A, vada a proporre a De Tommaso e a i suoi, di finanziarli per le coreografie. Genny, da quanto si evince dai verbali depositati (pool anticamorra del pm Francesco De Falco) presso la cancelleria della IV Sezione di Appello del Tribunale di Napoli, parla anche di presunte «preferenze» verso gli ultras, per quanto riguarda i biglietti per seguire la squadra azzurra in Europa.
La presunta corsia
preferenziale sull’acquisto
dei biglietti per le gare
del Napoli in Europa
De Tommaso, nel corso della sua deposizione (22 febbraio 2019) afferma che gli ultras avrebbero avuto a disposizione 1.200 tagliandi (da acquistare tramite un canale preferenziale, «ma abbiamo sempre pagato i biglietti») per le partite di Champions League ed Europa League. Come si apre il canale preferenziale? Attraverso dei contatti, che afferma il pentito, avrebbe avuto con il dirigente del Napoli, Alessandro Formisano. I citati 1.200 biglietti, afferma il collaboratore, sarebbero stati «ritirati presso i botteghini del San Paolo o presso le agenzie di scommesse autorizzate». Sulla vicenda dei tagliandi, comincia ad accendere i fari la Procura, tanto che, dichiara sempre De Tommaso, «Formisano mi disse di essere stato chiamato». E inoltre c’è chi si lamenta: «La gente – dice il pentito – vedeva che andavamo ai botteghini e prendevamo le buste con i biglietti. Si sparse la voce. La cosa quindi è continuata e il ritiro avveniva presso le agenzie».
Confusione sui tempi
Si tratta, lo ribadiamo, di gare europee. E a questo punto scatta un’altra «contestazione» da rivolgere a Genny rispetto ai tempi del suo racconto. Da dieci anni la vendita dei biglietti per le partite del Napoli non avviene più al botteghino, ma tramite i circuiti specializzati (le agenzie, appunto). E c’è di più: per le trasferte europee, da dieci anni, la vendita avviene con modalità concordate con la Questura. Quindi con controlli ulteriormente stringenti. Ma quando si riaffaccia il Napoli di De Laurentiis in Europa? Dopo le sei gare (tre in casa, e tre in trasferta) di Intertoto e preliminari di Europa League (luglio-ottobre 2008), gli azzurri partecipano alla minore delle competizioni continentali, inseriti nei gironi (a cui accedono dopo un turno preliminare), durante la stagione 2010-2011. Quindi, quando i biglietti per le competizioni già si acquistavano soltanto presso agenzie, e la vendita di tagliandi per le trasferte europee avveniva con modalità concordate con la Questura (e la Digos).

Occupandoci, invece, di un altro episodio raccontato ai magistrati da De Tommaso, c’è da sottolineare che la Procura di Napoli trasmetterà gli atti alla giustizia sportiva (per decidere in materia di competenze), e potrebbe aprire un fascicolo d’inchiesta con l’ipotesi di estorsione che vedrebbe vittima il Calcio Napoli. De Tommaso, infatti racconta di un presunto incontro a cui avrebbero partecipato lui stesso insieme a un altro capo ultrà (poi deceduto), il dirigente del Napoli, Alessandro Formisano e il presidente Aurelio De Laurentiis.
Il presunto incontro
sarebbe avvenuto
a Castel Volturno
E nell’occasione Genny, avrebbe chiesto, su incarico di due esponenti del clan Lo Russo di Miano, di affidare a Gianluca Grava l’incarico di responsabile del settore giovanile degli azzurri. Racconta De Tommaso: «Non ci vide nessuno. Gli spiegammo: “Ci hanno mandato a chiamare dei nostri amici ai quali non possiamo dire di no e ci hanno chiesto questa cosa”». A parte lo storytelling surreale e banale (l’ultras morto che non può confermare le parole di Genny, «non ci vide nessuno», «dei nostri amici ai quali non possiamo dire di no»: trovate a metà strada tra un film di spionaggio di serie B e «Gomorra») utilizzato da De Tommaso, riesce molto difficile da immaginare la circostanza che il presidente De Laurentiis (per le ragioni riportate prima) decida di incontrare un capo tifoso e addirittura lo ascolti, rispetto a quello che si configura come un tentativo di estorsione a tutti gli effetti.
Le dichiarazioni
del pentito
Maurizio Prestieri
Tra l’altro, a sottolineare le distanze prese da De Laurentiis nei confronti del tifo organizzato, ci sono pure le dichiarazioni di un altro collaboratore di giustizia, Maurizio Prestieri. «Ricordo che le gestioni Ferlaino e Corbelli avevano una sorta di sottomissione al tifo organizzato – ha detto Prestieri -, nel senso che se i predetti non davano biglietti e pass ricevevano forti contestazioni e minacce con danno per la società. Non mi risulta che ciò accada per la gestione De Laurentiis, che ha sempre impostato la direzione della società con un certo distacco con il tifo organizzato». Chiudiamo con l’episodio della ramanzina a Lavezzi e a Navarro, scattata dopo che Genny, dichiara, avrebbe incontrato i calciatori (che dice all’epoca militassero nel Napoli), in una discoteca di Agnano, dove girava droga. De Tommaso temporalmente, inserisce l’episodio in un periodo a cavallo tra la fine del 2012 e tutto il 2013.

Ma Lavezzi è passato al Paris Saint Germain il 2 luglio del 2012 e Navarro (tra l’altro poco più di una meteora tra i pali del Napoli) è stati ceduto al River Plate addirittura il 20 agosto del 2009. A proposito, chi dice De Tommaso, sarebbe il tramite per l’incontro chiarificatore con Lavezzi? Chi lo avrebbe accompagnato a Castel Volturno per il confronto con il Pocho? Il direttore sportivo Pierpaolo Marino, dichiara al pm, Genny. Ma come abbiamo visto, Marino è stato sostituito nel ruolo da Bigon, a settembre del 2009. Tornando a De Tommaso, a influire sulla decisione di pentirsi, inevitabilmente, la prospettiva della lunga pena da scontare in carcere, cosa che lo porterebbe lontano dal figlio ancora piccolo. Gli inquirenti sono al lavoro per trovare eventuali riscontri alle dichiarazioni dell’ex capo ultrà.