La donna sequestrata, picchiata e maltrattata, ha raccontato il suo incubo. Ma l’uomo, condannato, l’ha denunciata
Sequestrata, picchiata e maltrattata. Riesce a fuggire e a denunciare il suo incubo. La storia di una donna di 35 anni, di origini ucraine ma residente a Torre Annunziata, ha dell’assurdo. La vicenda è stata anche ricostruita in aula per il procedimento penale che ne è conseguito. Procedimento in cui l’imputato è stato condannato dai giudici del tribunale oplontino. L’uomo, però, almeno stando a quanto è emerso durante l’iter giudiziario, ha denunciato falsamente la persona offesa addebitandole il furto di soldi e beni solo per costringendola a ritornare da lui.
«Se non torni ti vado a denunciare e dico che mi hai rubato i soldi» aveva affermato l’uomo in un vocale. La terribile storia è stata raccontata da Giovanna Salvati su Metropolis. Le parti però, ora, si sono capovolte e, davanti al Giudice Monocratico di Torre Annunziata, la donna è stata rinviata a giudizio per le accuse che le erano state mosse: il furto. L’avvocato Raffaele Attanasio, difensore della 35enne, ha chiesto ed ottenuto l’acquisizione e la deposizione della sentenza che ha visto condannare l’uomo ed anche i vocali e messaggi. Per la difesa sarebbe una palese «calunnia da parte dell’uomo». Lo stesso che si è costituito parte civile ed ha confermato il furto.