di Giancarlo Tommasone
Sono 11 i dipartimenti nazionali di deMa. Il movimento arancione affida gli incarichi ad altrettanti responsabili, con l’obiettivo di continuare a strutturarsi. Si rileva la bocciatura (l’ennesima) della consigliera proveniente da «Insurgencia», Eleonora de Majo, che non compare nella speciale lista dei comparti. Su tale circostanza torneremo più avanti, adesso occupiamoci della dimensione di deMa. Che potremmo definire alquanto locale.
Nel 2017 il soggetto politico che vede al vertice il sindaco Luigi de Magistris si è presentato alle Amministrative in sei comuni della provincia partenopea, raccogliendo appena 6.871 preferenze.
Sembrava essere tutto pronto per la corsa alle Politiche del 4 marzo, poi il dietrofront. Tra i dipartimenti troviamo anche quello Estero, segno che obiettivo del movimento è imbastire rapporti internazionali. Anche se si parte da una base locale, che uscita dai confini napoletani, è tutt’altro che solida.
A curare i rapporti con l’estero, per gli arancioni, de Magistris ha chiamato l’assessore alla Trasparenza, Alessandra Sardu.
Guardando la lista dei dipartimenti ci accorgeremo che oltre il 30% dei responsabili sono delegati di Palazzo San Giacomo. Quasi tutti si misureranno con la stessa materia che «trattano» al Comune. Ci sono ad esempio il vicesindaco, Raffaele Del Giudice; Flavia Sorrentino (Autonomie); Annamaria Palmieri (Scuola e Università). E poi c’è, come scrivevamo, Alessandra Sardu. Quest’ultima avrà un compito alquanto delicato, quello di guidare il dipartimento Estero.
Finora il misurarsi con realtà internazionali ha fatto emergere non poche difficoltà da parte dell’assessore alla Trasparenza; è sotto gli occhi di tutti la gestione, per niente felice, della vicenda del consigliere extracomunitario aggiunto, Viraj Prasanna.
C’è da sottolineare una circostanza tutt’altro che trascurabile. Sardu è stata preferita come responsabile del dipartimento Estero di deMa a una consigliera, che fino a qualche tempo fa ha curato i rapporti internazionali del Comune e del sindaco Luigi de Magistris. Stiamo parlando di Eleonora De Majo. Che ha svolto per mesi il ruolo di «ministro degli Esteri» di Giggino.

E’ lei che ha i contatti con la comunità curda; è lei che «istruisce» la pratica per la cittadinanza onoraria a Ocalan; è ancora lei che si improvvisa giornalista per intervistare Janis Varoufakis.

Nonostante queste credenziali, Eleonora de Majo è stata silurata da de Magistris. Stessa cosa è accaduta in occasione del rimpasto di maggio 2017. Tutti si aspettavano la «promozione», con la consigliera che finalmente avrebbe fatto il suo ingresso in Giunta, ma al suo posto, nella squadra, sono entrate Maria D’Ambrosio e proprio Alessandra Sardu. Questo e altri indizi (piuttosto delle prove) sono indicativi del fatto di come il rapporto tra de Magistris e de Majo possa considerarsi irrimediabilmente compromesso.