di Giancarlo Tommasone
Questo pomeriggio, presso la Città Metropolitana di Napoli, è prevista una seduta di Consiglio che si annuncia particolarmente interessante. E non tanto per la discussione della delibera prodotta dal consigliere Carmine Sgambati e relativa alla valorizzazione dello storico Caffè Gambrinus, quanto per la voce al punto 9: «Adozione modifiche al Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi della Città metropolitana di Napoli (delibera sindacale numero 35 del sei febbraio 2019)».
Visto così sembra un argomento come tutti gli altri, ma si tratta delle variazioni da apportare al regolamento per l’assunzione del nuovo capo di Gabinetto e detto in parole ancora più semplici, dell’ammontare del suo stipendio.
Sappiamo che dopo le dimissioni di Alessandro Nardi
(approdato poi alla guida di Mostra d’Oltremare)
si è aperta la successione a Piazza Matteotti.
Il «prescelto», come ampiamente raccontato da Stylo24, è Pietro Rinaldi, avvocato, ex vertice di Insurgencia, ex consigliere comunale arancione. Proprio le sue dimissioni, presentate a fine ottobre scorso, hanno dato avvio al valzer delle poltrone, che si balla nelle sale di ben tre enti (Comune, Città Metropolitana, Mostra d’Oltremare). Ma a cosa servirebbe l’adozione delle modifiche al regolamento, registrata al punto 9 dell’ordine del giorno? A cambiare le regole per accedere alla qualifica dirigenziale (di capo di Gabinetto).
Facciamo un esempio: per equipararsi a detta qualifica (e a uno stipendio da 90mila euro all’anno), in base al regolamento attualmente in vigore, ci sarebbe bisogno di aver ricoperto incarico da funzionario per 5 anni o quello da dirigente per almeno due. Se non si possiedono detti «titoli», uno può sempre ricoprire il ruolo in oggetto, ma a 28mila euro all’anno (fanno poco più di 2.300 euro al mese).
Ma con il nuovo regolamento (ci riferiamo sempre al già citato punto 9), la retribuzione di capo di Gabinetto
può essere parametrata alla retribuzione dirigenziale
(quella cioè da 90mila euro all’anno).
E appare, effettivamente, molto più interessante come incarico. Ma quali requisiti bisogna possedere per l’accesso alla qualifica dirigenziale, secondo il nuovo regolamento? «Requisiti per accesso alla magistratura amministrativa o contabile; del titolo di laurea specialistica/magistrale/diploma di laurea vecchio ordinamento e abilitazione professionale all’esercizio della professione forense, di dottore commercialista, architetto e ingegnere con almeno otto anni di iscrizione al relativo albo e di esercizio dell’attività professionale» (citiamo il testo del nuovo regolamento).
In effetti guardando la lista dei «titoli» necessari
per accedere alla qualifica dirigenziale, sembra
un regolamento «tagliato» su misura per un avvocato.
Magari per un avvocato, ex consigliere comunale, ex vertice di un centro sociale, che potrebbe passare da uno stipendio di circa 20mila euro all’anno per arrivare, non a 28mila, ma minimo a 90mila euro.