di Giancarlo Tommasone
«Se un Ministro senza cuore lascia morire in mare donne incinte,bambini, anziani, esseri umani, il porto di Napoli è pronto ad accoglierli. Noi siamo umani, con un cuore grande. Napoli è pronta, senza soldi, per salvare vite umane». Così twittò Luigi de Magistris nel pomeriggio di domenica.

Al di là del consenso, raccolto
o meno, dal cinguettio del primo cittadino di Napoli, c’è da fare una considerazione. E non sulle competenze che il sindaco, di fatto non ha sul porto, dove avrebbe voluto, attraccasse la Aquarius. Piuttosto sulle due parole utilizzate per portare a termine la «missione umanitaria»: senza soldi
Usando quelle due parole, de Magistris si mostra in tutta la sua esaurita credibilità. Come si può infatti assicurare assistenza a donne, bambini e uomini provati dalla sofferenza della peregrinazione in mare, senza avere a disposizione un minimo di fondi? Lo ha scritto il sindaco, «senza soldi», non è una nostra supposizione. Forse con il Pil della Felicità espresso dalla città dell’amore, quella dei tanti cuori e un’unica capanna?
Il sindaco de Magistris non è più credibile,
perché in occasione dello sbarco dei 1.500 migranti
della Prudence (28 maggio del 2017) è stato attento
a sventolare il vessillo dell’immensa anima di Napoli,
ma poi alla fine, ha fatto il grande con la tasca degli altri

Perché in tale occasione Palazzo San Giacomo si è mobilitato solo autorizzando il nono posto letto di emergenza a tutte le case famiglia presenti a Napoli e in provincia. Il sacrificio e lo sforzo economico per dare assistenza a una persona in più, sono stati affrontati proprio dalle comunità, non certo dall’Amministrazione comunale. E le case famiglia in oggetto, ormai sono state ridotte sul lastrico, perché da 2 anni e mezzo non vengono pagate dal Municipio e vantano crediti che ammontano a circa 20 milioni di euro.
Le famiglie di cittadini di origine rom ospitate all’Auditorium di Scampia
al limite della sopravvivenza, senza poter usufruire dei servizi basilari
E ancora, il sindaco non è più credibile, perché presso l’Auditorium di Scampia sopravvivono in condizioni di emergenza una decina di famiglie di cittadini di origine rom. Nonostante abbiano ricevuto da Palazzo San Giacomo, 5mila euro a nucleo per trasferirsi, continuano ad essere «ospitate» in maniera tutt’altro che decorosa (ma il termine è un eufemismo), non potendo contare sulla regolarità di servizi elementari quali l’erogazione di acqua, corrente elettrica e gas.

Se queste sono le condizioni in cui offrire ospitalità a chi ha bisogno, ci chiediamo, se la solidarietà e l’accoglienza tanto decantate dal primo cittadino, non siano quanto di più deleterio da offrire per chi ha necessità. Senza soldi non si cantano messe e non si riesce nemmeno a dare degna assistenza ai migranti.