Il collaboratore di giustizia Roberto Perrore racconta i retroscena sul traffico di stupefacenti del clan Polverino
La droga che riforniva le piazze dei Polverino arrivava dal Marocco, come raccontato ieri da Stylo24, alla Spagna e poi dalla penisola iberica veniva trasportata in Italia. Una rotta raccontata da diversi pentiti del clan di Marano i cui verbali d’interrogatorio sono contenuti nell’ordinanza che a maggio 2013 colpì la consorteria criminale. Ma come arrivava dalla Spagna all’Italia? Lo ha descritto, con dovizia di particolari, il collaboratore di giustizia Roberto Perrone, secondo gli inquirenti ex capozona di Quarto e personaggio di spicco del clan.
Le sue dichiarazioni convergono con quelle rese da Domenico Verde e con quanto emerso dalla complessa attività investigativa. Nel 2008 «in Spagna il clan aveva tre paranze dedicate all’acquisto e trasporto di hashish in Italia» spiega Perrone. Due «paranze» erano capeggiate da collaboratori che erano «in realtà affiliati» all’organizzazione.
Poi c’era «una terza paranza che con il passare del tempo, messo da parte A. F., Giuseppe Polverino ha costituito personalmente». Scopo di queste paranze «era quello di comprare l’hashish in Spagna, circa due viaggi al mese di 2.000,000 chilogrammi ciascuno». I soldi per l’acquisto «provenivano da Marano di Napoli ed era consentito puntare a quasi tutti gli affiliati». Il pentito precisa che «ogni affiliato doveva puntare 50.000,00 euro» a ogni carico. Tutti i trasporti di hashish, aggiunge ancora, avvenivano con camion spagnoli «ultimamente attraverso la tratta Barcellona-Civitavecchia»