Allo studio una terapia per consentire ai pazienti di tornare a percepire sapori e odori dopo i danni subiti per l’infezione da Coronavirus.
Tra i sintomi più comuni in seguito all’infezione da Covid-19 c’è la perdita del gusto e dell’olfatto. E non è detto che dopo la guarigione non si possa continuare a soffrire di anosmia (deficit di olfatto) e ageusia (gusto). Ma il team di Arianna Di Stadio, coordinatore di Ricerca in Otorinolaringoiatria e Docente di Neuroscienze all’Università di Perugia, nonché ricercatore onorario al dipartimento Neuroscienze della Quenn Square Neurology UCL di Londra, sta studiando una innovativa terapia, che agisce sul controllo delle alterazioni del sistema nervoso, con la quale consentire il recupero totale delle funzioni in pochi mesi.
Lo studio è stato condotto su un centinaio di pazienti e, come spiega Di Stadio “parte dall’ipotesi che la causa della perdita dell’olfatto interessi il sistema nervoso centrale. Ipotesi confermata dai risultati stessi del lavoro e da altri precedenti studi scientifici, che superano la teoria dell’ostruzione periferica. Il virus determina dunque un’infezione e infiammazione dell’encefalo che, alterando i processi di trasmissione del segnale, produce ripercussioni totali o parziali sull’olfatto con il rischio che, una volta atrofizzata la struttura (il bulbo olfattivo), l’anosmia diventi irrecuperabile. L’encefalo tende a riparare i danni autonomamente nell’arco di uno/due anni, ma questo potrebbe non avvenire. Per questo motivo – conclude – è importante intervenire quanto prima, sottoponendosi a trattamenti in grado di restituire la capacità di odorare e gustare entro pochi mesi dalla manifestazione del disturbo”.
La ricerca viene portata avanti attualmente all’ospedale Fano ma nuovi centri in Italia sono in via di arruolamento (Roma e Cagliari).