La decisione sui domiciliari non prima di lunedì
Alfredo Cospito, davanti ai giudici della Sorveglianza ha detto che sarebbe «disposto a recedere dallo sciopero della fame purché il tribunale di Sorveglianza liberasse altri detenuti attualmente sottoposti al 41 bis, persone anziane o malate che vogliono soltanto tornare a casa dopo 30 anni di 41 bis». Lo ha spiegato il legale Flavio Rossi Albertini chiarendo che l’anarchico interromperà lo sciopero della fame anche se otterrà i domiciliari.
Oggi si è tenuta anche l’udienza del Tribunale di Sorveglianza di Sassari, sempre su un’istanza di differimento pena, e Cospito era in videocollegamento dall’ospedale San Paolo. «Ha ribadito le ragioni della sua scelta, della sua battaglia – ha spiegato il legale – ha detto che sarebbe disposto a recedere dallo sciopero della fame se il Tribunale di sorveglianza liberasse altri detenuti dal 41 bis, ossia le persone anziane e malate che vogliono tornare a riabbracciare la propria moglie dopo 30 anni di 41 bis, quelle con cui lui trascorre le parti di socialità».
L’anarchico ha parlato ai giudici di «provvedimenti adottati solo due giorni prima della morte di queste persone in carcere». E ha ribadito le sue ragioni perché per lui al 41bis è «impossibile vivere, è un battaglia per la vita, argomenti che ha sempre espresso nei mesi, è tanto stanco e provato». Andando a casa coi domiciliari, comunque, interromperebbe lo sciopero della fame perché potrebbe ricominciare «quelle attività che lo hanno condotto a dire che questa non era vita, quindi potrebbe leggere, studiare, ricominciare a ragionare, scrivere, partecipare a progetti editoriali». Essere in salute, ha spiegato il legale, «non vuol dire mangiare, non è un somaro per cui se mangia tanta erba vuol dire che sta bene. L’essere umano deve poter crescere intellettualmente e lo fa solo attraverso lo studio e la lettura, altrimenti non è vita».