Nei giorni scorsi, invece, un tunisino
è stato condannato a otto
anni di reclusione e al pagamento
di 130mila euro di risarcimento
Mohamed Kamel Eddine Khemiri
La pena è stata inflitta dai giudici della Terza Corte d’Assise di Napoli. Destinatario della decisione dei magistrati Mohamed Kamel Eddine Khemiri, 43 anni, che dall’agosto del 2016, si trova recluso nel penitenziario di Santa Maria Capua Vetere. Ci finì dopo l’arresto per traffico di documenti falsi forniti a migranti clandestini.
Questa volta, però, la situazione è molto più grave
per Khemiri, poiché la condanna inflitta nei giorni scorsi
è per associazione finalizzata al terrorismo
Il 43enne è stato infatti ritenuto colpevole di terrorismo di matrice islamica, in particolare di proselitismo e indottrinamento via web per conto dell’Isis, una attività conosciuta anche come radicalizzazione «on ground». Del resto, secondo i riscontri degli inquirenti, la fedeltà e l’appartenenza al Daesh, il 43enne residente a San Marcellino (nel Casertano) le avrebbe rivendicate anche attraverso i social network più diffusi, Facebook e Twitter.
Il suo compiacimento per gli attentati
di Parigi avvenuti a gennaio del 2015
La storia europea di Khemiri ha ormai vent’anni. Si può dire che abbia vissuto quasi gli stessi anni in Africa e nel vecchio continente. E’ il 1998, infatti, quando da clandestino, sbarca a Lampedusa a bordo di un gommone. In Italia non ci rimane molto, la sua destinazione è la Francia. Nello stato transalpino resta due anni, poi rientra in territorio italiano. Secondo la mappatura dei suoi movimenti realizzata dagli investigatori di mezza Penisola, si stabilisce prima al Nord, poi si trasferisce a Firenze.
Il carcere di Santa Maria Capua Vetere
Nella città toscana viene arrestato
per spaccio di sostanze stupefacenti
Dalle sponde dell’Arno, il nuovo spostamento del 43enne: le sue tracce portano in Calabria. Infine da lì si stabilisce in Campania, e più precisamente a San Marcellino, comune di poco più di 13mila anime, in provincia di Caserta. C’è una moschea in paese e Khemiri la frequenta assiduamente. Addirittura, secondo i sospetti degli inquirenti, avrebbe svolto mansioni di custode dell’edificio religioso, ma la circostanza non sarebbe stata mai provata, ed è smentita categoricamente dall’Imam. Khemiri venne arrestato nell’agosto del 2016 nell’ambito di un’indagine su un’associazione che produceva documenti falsi per i clandestini. Fu proprio grazie a quell’inchiesta e alle investigazioni ad essa legate, che si scoprì poi l’attività di proselitismo per conto dell’Isis. In una delle conversazioni (intercettata) di Khemiri su Facebook, il 43enne dichiarò: «Sono dell’Isis finché avrò vita. E se morirò vi esorto a farne parte».