Agguato in diretta a Pianura, una cimice svela il piano criminale del clan Esposito-Marsicano per vendicare lo sgarro subito: «Sto scemo deve ringraziare che l’altra volta non l’ho fatto sparare»
di Luigi Nicolosi
Una faida, quella di Pianura, di inaudita ferocia e spregiudicatezza. Un’escalation di tensioni nell’ambito delle quali bastava uno sguardo di troppo o una parola fuori posto per ritrovarsi contro i nuovi ras del quartiere. È quanto successo, ad esempio, al titolare di un’attività di autolavaggio che, in seguito a una lite avuta dal figlio con il ras Carlo Esposito, si è ritrovato il locale crivellato a colpi di mitragliatrice. Un vero e proprio attentato, che solo per una pura casualità non ha avuto conseguenze drammatiche.
L’agghiacciante retroscena è emerso dall’inchiesta che pochi giorni fa, con l’esecuzione di oltre trenta arresti, ha portato alla disarticolazione dei clan rivali Esposito-Marsicano-Calone e Carillo-Perfetto. Ebbene, durante l’indagine gli investigatori hanno fatto luce su quanto accaduto la notte del 22 ottobre 2021 ai danni dell’autolavaggio “Pit Stop” di via Domenico Padula, attività gestita da Domenico Iorio “’o maluso”, noto pregiudicato del rione Traiano. Il commerciante, infatti, si è ritrovato a dover fare i conti con un efferato raid – almeno 22 colpi di mitra esplosi contro la sua attività – a causa di un diverbio che uno dei suoi figli aveva avuto con il boss Esposito.
L’escalation di eventi è stata ricostruita in particolare grazie ad alcune intercettazioni che vedono protagonista Emanuele Marsicano, genero di Esposito, che si arma prima di ricevere il ragazzo invitato ad andare a scusarsi insieme al padre: «E mo’ qua quando vengono? E piglia la cosa, piglia». Il giovane ras, stando a quanto emerso dal dialogo avuto con l’affiliato Paolo Ciotolo, anch’egli arrestato, aveva dunque intenzioni tutt’altro che amichevoli: «Giuro su mio figlio, ’o frat, il tempo che levo sto battesimo di mezzo, io li faccio proprio passare il sangue, credimi, devo mettere la bomba là sopra! Sto scemo, sto mongoloide, che già deve ringraziare come l’altra volta non l’ho fatto sparare da questo…».
Alla fine nessuno della famiglia Iorio si presenta però dagli Esposito-Marsicano per scusarsi e il clan di via Napoli sembra prendere molto male la cosa: «’O maluso domani non lo apre il lavaggio!», assicura Marsicano. Il suocero Esposito domanda quindi: «Gli butti il lavaggio a terra? Un giubbino o due?». Di lì a mezz’ora il commando entra in azione e in via Padula scoppia l’inferno. Circostanza piuttosto singolare: al raid del 22 ottobre scorso aveva assistito un militare dell’Arma, che si trovava a pochi metri dall’autolavaggio “Pit Stop” quando i sicari hanno fatto fuoco all’impazzata imbracciando un fucile d’assalto. Domenico Iorio, interrogato poche ore dopo dai carabinieri, affermò senza mezzi termini: «Quelli che ora pensano di comandare su Pianura non sono persone capaci e di vero spessore criminale, altrimenti mi avrebbero affrontato di giorno. Sono dei vigliacchi che non sarebbero capaci di andare oltre».