Nel frattempo la collega De Majo fa i conti con le critiche ricevute a causa dell’attività di affittacamere ai turisti
di Giancarlo Tommasone
Un Cristo che chiede soccorso alla madre celeste, per quello a cui sta assistendo, invocando sconfitto: «Maronn». Qualcun altro che è convinto si tratti di una notizia di Lercio (il portale satirico, ndr). Sono solo un paio delle recensioni (più di venti e tutte negative) che è possibile trovare sulla pagina Alessandra Clemente sindaca di Napoli. Stylo24, la scorsa settimana, ha rilevato come sia in atto una manovra da parte del circolo vomerese di deMa (che fa capo a Maria Teresa Dolce, moglie di Luigi de Magistris) di lanciare la candidatura dell’attuale assessore, alla guida del Comune partenopeo.
Esclusiva di Stylo24 / Il cerchio vomerese
al lavoro per la candidatura a sindaco della Clemente
E contestualmente sarebbe partita anche la campagna social, che (al momento in cui scriviamo) testimonia di una vera e propria disfatta per la Clemente, tra le più attive su Facebook, dove quasi quotidianamente posta foto che la ritraggono sorridente, tanto da essere stata soprannominata Miss Selfie.
La disfatta
della ribattezzata
Miss Selfie
Una sconfitta per l’assessore ai Giovani, perché la pagina, on line dallo scorso 3 dicembre, in 13 giorni ha incassato soltanto tre like. E come abbiamo scritto in precedenza, critiche esclusivamente negative. I social, si sa, sono la cartina di tornasole dei consensi e dell’appeal esercitato nei confronti degli altri utenti. Sono diventati il principale mezzo adottato dagli esponenti politici, e allora, vedendo i risultati della nuova pagina di Alessandra Clemente, si può parlare di una bocciatura in piena regola. Qualcuno dirà: non è detto che la pagina sia stata aperta dalla Clemente o dai suoi sostenitori. Giusta osservazione. Ma a chi si farà questa domanda, rispondiamo che la questione non è sulla paternità della pagina, ma è una questione prettamente politica. Clemente è un volto social assai noto, e inoltre a ricopre un incarico di peso a Palazzo San Giacomo. A tredici giorni dalla creazione, ci si sarebbe aspettato che la pagina che sponsorizza la sua candidatura, avesse come minimo un migliaio di like.
E invece è diventata un ricettacolo
di critiche feroci, di inviti
a dimettersi e a cambiare lavoro
Tradotto: nessuno la invita a candidarsi, anzi. Perché già una sua eventuale iscrizione alla corsa per la carica di sindaco, rappresenterebbe una iattura per il capoluogo partenopeo. Nel frattempo, quella appena trascorsa, è stata una domenica difficile per Alessandra Clemente, che si è trovata a fare i conti con la grana della chiusura della Galleria Vittoria (poi riaperta nel pomeriggio di ieri), e con l’annullamento, a causa della mancanza dei permessi, della Notte d’Arte, che avrebbe dovuto tenersi lo scorso sabato sera al centro storico. Per quel che riguarda il secondo episodio ci sarebbe una concorrenza di responsabilità da parte del presidente della II Municipalità, Francesco Chirico, della stessa Clemente (delegata alla Polizia municipale) e dell’assessore di Insurgencia, alla Cultura e al Turismo, Eleonora De Majo.
Gli pseudo compagni,
la De Majo e i bed & breakfast:
Stylo24 lo aveva scritto più di un anno fa
Delega al Turismo a Insurgencia,
scontro sui b&b dei centri sociali
Quest’ultima, delegata del laboratorio occupato di Via Vecchia San Rocco, da mesi dimostra di aver perso lo spirito della pasionaria (qualora lo avesse mai sinceramente avuto), per dedicarsi a qualcosa di molto, ma molto più comodo: la poltrona. Oltre a misurarsi con le critiche per la Notte d’Arte annullata (perché si sono letteralmente dimenticati di darsi i permessi), la compagna dell’assessore (municipale, però) Egidio Giordano, si trova ad affrontare anche la vicenda che ha a che fare con l’affitto ai turisti, di una camera del suo appartamento, da 145 metri quadrati, al centro storico.

Lo ha dichiarato lei stessa a la Repubblica. Ha detto pure che ha sospeso le prenotazioni prima di diventare assessore (proprio al Turismo, e alla Cultura). E ha riferito, ancora, che i soldi che provenivano dall’attività di affittacamere le servivano per pagare il mutuo. Oggi, ha dichiarato, non ne ha più bisogno; in effetti lo stipendio da assessore è assai più sostanzioso rispetto a quello di consigliere. Della serie quando la lotta per la poltrona paga: hasta siempre el sillòn, compañeros rábanos.